Sapevate che mezzo milione di parlanti-veneto non si trova in Italia ma in Brasile? Ecco il curioso caso del "talian", la lingua degli emigranti del Nordest, che ho potuto constatare di persona durante un mio viaggio nello stato di Santa Catarina.
Quando seppi che nel Brasile meridionale c'erano anziani che usavano espressioni dialettali venete, mi si aprì un mondo; iniziai delle ricerche che mi portarono a scoprire il talian (o "veneto brasiliano"), seconda lingua più parlata del Paese, una sorta di koinè linguistica tra i vari dialetti della ex Serenissima.
"Talian" (che si pronuncia "taliàn", con l'accento sull'ultima sillaba) deriva dalla frase "semo taliani e parlemo talian", pronunciata da Veneti, Trentini, Friulani e Lombardi che tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900 emigrarono in massa verso le regioni meridionali di Santa Catarina e Rio Grando do Sul. Per la loro scarsa scolarizzazione, i nostri emigranti non riuscivano a esprimersi correttamente in italiano, anzi, erano convinti che la vera lingua nazionale fosse rappresentata dai loro dialetti.
Spinti dalla fame e dalla miseria, i nostri connazionali trovarono fortuna in territori pianeggianti e collinari completamente vuoti, sui quali costruirono le loro case per dedicarsi all'agricoltura.
Questo spostamento di massa fu incoraggiato dai governi brasiliani di allora, intenzionati a creare una "zona cuscinetto" sul confine con l'Argentina, popolando quelle praterie disabitate che in caso di guerra avrebbero permesso ai nemici di raggiungere facilmente Sao Paulo.
Parlare talian in pubblico avrebbe causato gravi problemi con la polizia: il suo uso fu vietato e stampa e letteratura taliana vennero sequestrate e distrutte; testi quali "Nanetto Pipetta" furono nascosti e protetti, le conversazioni in privato continuarono, ma le restrizioni vargasiane ebbero non pochi effetti nella cultura popolare.
Dal dopoguerra in poi, i giovani di discendenza taliana iniziarono ad esprimersi soltanto in portoghese, ritenenuto la lingua dell'informazione e del progresso; il talian fu gradualmente declassato a uno starnazzare ignorante e contadino delle generazioni passate.
Solo recentemente il talian ha riacquistato la sua importanza: con l'avvento delle nuove tecnologie le famiglie hanno iniziato a scambiarsi i ricordi d'infanzia e a riscoprire le proprie radici: la città di Serafina Corrêa, nello Stato di Rio Grando do Sul, ha proclamato ufficialmente il suo bilinguismo portoghese-talian, ed è l'unico luogo al mondo dove esistono regolari funzioni religiose celebrate in lingua veneta.
immagine da patrimonilinguistici.it
Grazie ad internet, oggi i giovani hanno riscoperto il talian creando siti, pagine Facebook, canali Youtube e stazioni radio dove ci si esprime nel loro idioma d'origine. La figura del contadino con il cappello e gli strumenti di lavoro non è più visto come una vergogna ma rivendicato con orgoglio; lo stesso avvenne per il cibo della tradizione: la polenta, il formajo, la fortaja e il buon vino, ricordi che tra gli anziani non si sono mai sopiti ma hanno continuato a vivere tra le mura di casa e negli scambi quotidiani con i vicini.
Radio Brasil Talian, una radio online nella quale si parla solo talian
C'è qualcosa di magico nello sbarcare da un volo transcontinentale, giungere in una terra con paesaggi che combaciano con il Veneto, imbattersi in casolari rurali e venir accolti da persone che portano i nostri cognomi e parlano il nostro dialetto!
Ci sono nonne (come quella del video) che il portoghese non lo parlano affatto, o ne conoscono a malapena i termini "ufficiali" per rivolgersi agli organi istituzionali. Ed è buffo sentire all'interno di discorsi in veneto stretto alcuni termini portoghesi storpiati allo stesso modo in cui gli anziani del Veneto storpiano le parole italiane.
In talian, l'aeroplano è definito "avión" (da "aviâo"), l'estate si chiama "verón" (da "verâo"), e l'automobile "caro" (da "carro"); quando pronunciai la parola "machina" un'anziana si mise a ridere e mi rivelò che "da noaltri la machina xe quea da cusìr" ("da noi la macchina è quella per cucire").
Gli emigranti in Brasile l'italiano non lo parlano affatto: tra loro l'idioma di Dante è definito "grammatica", un termine che evoca ricordi scolastici di generazioni passate, quando bisognava impararlo come fosse una lingua straniera.
Ogni volta che approcciavo una persona, alla mia domanda "ti parli talian?" questa mi rispondeva "sì ma no la grammatica", a indicare che, se avessi comunicato in italiano, avrei ottenuto la stessa reazione se avessi parlato francese o tedesco.
L'Italia, infatti, incarna poco o nulla della loro tradizione, con usi e costumi ampiamente antecedenti all'Unità del nostro Paese.
Nino Baldan
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Sono capitato sul tuo blog per caso, facendo ricerche sul Brasile per il mio lavoro e sono rimasto affascinato nello scoprire questa particolarità del dialetto veneto parlato in brasile. Ho un cognato trevigiano e capisco un po' il dialetto. Scoprire che è parlato ancora in Brasile dai discendenti dei nostri emigranti è stato sorprendente. E sentirlo parlare dalla anziana signora nel video, davvero commovente. Grazie per averlo condiviso!
RispondiElimina(io sono sardo!)
EliminaGrazie a te per aver letto e apprezzato il mio post! :)
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