Le 12 cose che pensavo da piccolo (prima puntata) | Nino Baldan - Il Blog

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Topolini, Kombattini, Bim Bum Bam di Nino Baldan

26 ottobre 2014

Le 12 cose che pensavo da piccolo (prima puntata)

12 convinzioni infantili relative a sesso, economia, storia e religione

Ok, l'argomento è già stato ampiamente trattato, ma è tempo di scrivere un mio personale post sul tema: voglio parlare di quelle convinzioni in buona fede, intrinseche dell'essere bambino, che hanno condizionato la mia prima infanzia e che poi, in modo più o meno traumatico, sono state man mano smentite.
La discussione è aperta per tutti quelli che vorranno partecipare!

Divertiamoci un po'!


1) I bancomat erogavano soldi illimitati


Sportello di un bancomat
immagine da ilgiornale.it

Ebbene sì: quelle macchinette poste qua e là nelle strade avrebbero permesso alla gente di appostarsi, inserire una tessera, e veder uscire il denaro! Per un bambino come me l'esistenza di un conto era qualcosa di astruso e inconcepibile, ed ogni volta che volevo che venisse accontentato un mio capriccio, non capivo come mai mia mamma non si recasse al più vicino bancomat e prendesse i soldi.
Tanto, basta mettere dentro la carta e le banconote escono, no?



2) I bambini nascevano in automatico


Feto durante una gravidanza
immagine da archive.forumcommunity.net

Ovviamente, l'argomento-concepimento non è una cosa da spiegare dettagliatamente ad un fanciullo, ma la mia convinzione era che i bambini arrivassero in automatico, l'importante era che i due partner fossero sposati, in chiesa.

Saranno stati tutti quei discorsi che sentivo fare sui "doni del Signore": Dio avrebbe deciso, se dopo un anno, due anni, cinque anni, di mandare un figlio, l'importante era aver sancito il matrimonio in maniera religiosa. E se dopo decenni di unione il pargolo non arrivava? Semplice: non si era abbastanza fedeli alla Chiesa! Ma questo argomento lo approfondirò al punto 6.



3) la perdita del lavoro era una cosa positiva


Licenziamento: un impiegato lascia l'ufficio
immagine da gazzettadellavoro.com

Sentivo spesso dire in giro: "è stato licenziato". Ed io non riuscivo proprio a capire la tristezza, il dramma dell'individuo che subiva la perdita di un posto di lavoro: non lavora più? Meglio! Può rimanere a casa a guardare la TV, giocare, andare a passeggio.

Per un bambino il lavoro appariva come una versione adulta della scuola, un obbligo da cui cercare in tutti i modi di svincolarsi; mi erano infatti oscure le dinamiche sul mantenimento della famiglia, dando per scontato che tutti avessero una mamma che avrebbe provveduto al loro sostentamento, magari con i bancomat illimitati del punto 1.



4) il corpo era un contenitore pieno di sangue


Globuli rossi all'interno del sangue
immagine da respiriamoverde.com

Ogni volta che mi ferivo usciva del sangue: cosa avrà mai voluto dire? Che in realtà il corpo umano fosse un mero contenitore, una borsa dell'acqua calda con all'interno un'enorme quantità di liquido? A testimoniare ciò, in molti film si assisteva ad un copioso spargimento di emoglobina ogni qualvolta qualcuno veniva colpito, e il modo più comune di morire era per dissanguamento: il sacco veniva bucato e si sgonfiava.
Curioso era anche il concetto di digestione: il cibo sarebbe entrato nel sangue, modificato ed espulso sotto forma di feci; e la pipì era di conseguenza il liquido in eccesso.
Forse non è così difficile pensare perché mia madre abbia deciso di regalarmi l'intera catena di "Esplorando il corpo umano"…



5) la sigla del TG1 era l'imitazione di uno sciacquone




Ebbene sì, non chiedetemi il perché ma ero convinto che il jingle d'apertura del TG1 non fosse altro che la riproduzione, in modo melodico, del suono ottenuto tirando l'acqua del water. Sarà stata la limitata esperienza musicale di un bambino, ma davvero era quello il suono che trovavo più simile.



6) la religione era una faccenda a punti


Una suora mentre prega
immagine da cieliparalleli.com

Complice la mia frequentazione dell'asilo delle Suore, mi ero fatto un'idea tutta mia della religione cattolica: Dio era un essere invisibile, che vigilava in maniera imprescindibile sulla vita di ogni individuo. E ognuno aveva, da qualche parte, una specie di punteggio che aumentava o diminuiva a seconda delle buone o cattive azioni commesse.
Il mio obiettivo era ovviamente raggiungere il massimo, e avrei avuto in cambio tanti benefici nei miei anni futuri.

Ecco le azioni che avrebbero fatto salire il punteggio: pregare più volte al giorno (ripetendo in maniera ossessiva l'Ave Maria e il Padre Nostro con la stessa convinzione con cui si fanno le serie in palestra), praticare delle rinunce (dire "no" spesso a dolciumi e caramelle), frequentare chiese e cimiteri.

Quelle invece che avrebbero fatto perdere punti: entrare in contatto con materiale di altre (false) congregazioni religiose, parlare con persone non credenti, inclini al peccato o addirittura non battezzate. Ricordo come i miei genitori mi guardassero straniti quando non volevo aver nulla a che fare con le figlie di un signore ateo, non capendone il perché.
Non potevo rischiare di intaccare il mio punteggio, ovvio.



7) tutti i pianeti erano stati visitati


Space Command Center della serie Lego Space o Spazio
immagine da lego.wikia.com

Film e cartoni animati erano pieni di riferimenti spaziali, con basi marziane, battaglie intergalattiche ed esseri di altri mondi: di conseguenza davo per scontato che l'uomo fosse stato più volte su Marte, Venere, Giove e ogni altro pianeta.
Non sapete il mio disappunto e la mia delusione quando scoprii il contrario, provando la sensazione di essere stato "ingannato" e arrivando a distaccarmi polemicamente dalla fantascienza e a ogni opera ad essa correlata.



8) i popoli antichi cambiavano improvvisamente


Antichi egizi: donne intente a truccarsi
immagine da inovemondi.forumfree.it

Su ogni libro per bambini prima si parla della preistoria, poi dei Sumeri/Babilonesi, successivamente degli antichi Egizi e infine dei Greci e dei Romani.
Quale può essere la conclusione di un bambino di cinque/sei anni? Che improvvisamente, da un giorno all'altro, TUTTI gli abitanti del pianeta fossero diventati da Egizi a Greci, modificando il loro modo di vestire, di venerare divinità, di scrivere.

Sarebbe stato interessante avere avuto una documentazione filmata del preciso momento di cambiamento. Vestiti che volano, chi lo sa.



9) Michael Jackson era una donna


Michael Jackson ai tempi di ''Bad''
immagine da laweekly.com

Sarà stato il capello lungo, la voce acuta, il modo particolare di abbigliarsi, di truccarsi, ma ero quasi convinto che il cantante americano appartenesse al genere femminile. O forse era solo la sua vaga somiglianza con un'amica di famiglia. Ma quell'alone di dubbio, unito anche alle mie convinzioni sulla religione, mi facevano in qualche modo desistere sia dall'ascoltarlo che dal guardarlo quando appariva in televisione.
Vade retro Satana!



10) gli animali erano automatici


Un gatto e un cane
immagine da tuttozampe.com

Lontano dall'odierna convinzione che ogni essere vivente sia dotato di sentimenti, da piccolo consideravo gli animali alla stregua di personaggi dei videogame controllati dal computer: camminavano, correvano, saltavano, agivano in maniera completamente automatica, tra l'altro senza sbagliare mai. Non avrebbero mai potuto cadere, farsi del male da soli: ogni loro movimento era dettato da un'automatismo perfetto.

Non sapete come mi crollò il mondo addosso quando vidi per la prima volta i video di "Paperissima" con i gatti che cadevano dalle persiane.



11) i videogiochi erano programmati col saldatore


Chip interni ad una cartuccia per Game Boy
immagine da amazingdiy.wordpress.com

Ignaro di ogni meccanismo informatico - ma avendo visto le schede delle cartucce dell'epoca (NES e Game Boy) - per me i videogiochi venivano realizzati da dei bravi saldatori, che a seconda di come univano i contatti realizzavano un personaggio biondo anziché moro, un ninja anziché un wrestler, e così via.

Chissà poi che lavoraccio comporre le musiche e disegnare gli sfondi: lì si sarebbe agito con il microscopio. Ovviamente poi la scheda veniva duplicata per ogni copia immessa sul mercato: mica avrebbero ripetuto per migliaia di volte la stessa operazione!



12) la gente delle medie era adulta


Bambino delle medie intento a scrivere
immagine da skuola.net

Ogni tanto qualche ex-alunno ormai grandicello (intendo dodici/tredicenne) passava all'asilo per salutare la suore, ed io mi ero fatto un grande film in testa sulle loro vite: erano alti, grandi, vestiti in modo diverso, probabilmente uscivano da soli, avevano la fidanzata, in pratica, erano già passati al di là della barricata, entrando nell'era adulta.
Parlare con loro metteva soggezione ed incuteva rispetto. Gli stessi ragazzini che, visti con gli occhi di adesso, appaiono a tutti gli effetti dei bambini. Chissà cosa pensavo, all'epoca…

E voi? Avete mai pensato a cose del genere? Anche voi avete avuto delle convinzioni tutte vostre?
Fatemelo sapere!

vai alla seconda puntata

Nino Baldan


Leggi anche:

. "Topolini, Kombattini, Bim Bum Bam": il mio libro (con prefazione del DocManhattan)

. Le cose che pensavo quando andavo alle medie

. 12 giocattoli anni '90 che hanno segnato la mia tarda infanzia

. La mia scuola materna negli anni '80

. 30 spot italiani Nintendo anni '80 / '90

6 commenti:

  1. Mi ritrovo perfettamente con i punti 1-2-11-1
    Veramente un bel post, molto divertente leggere con gli occhi di un bambino!

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    Risposte
    1. Grazie Matteo! Visto il successo del post sto già preparando il seguito: "altre 12 cose che pensavo quando ero piccolo"!

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  2. Anche io da bambino credevo alla 2) e pensavo che il sesso fosse una cosa da peccatori, per i giovani dell'epoca! :D

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  3. Caro A.J.... che la vita da adulto fosse bellissima lo pensavamo tutti noi bambini degli anni '80 e '90 :(
    I nostri nonni avevano avuto "poco", i nostri genitori "di più", e per un automatismo di pensiero immaginavamo che noi saremmo stati "ancora meglio": c'era "la tecnologia", c'era "il progresso", "non ci sarebbero più state guerre". E invece... abbiamo assistito alla disgregazione dell'economia, dei valori e della società.

    A quasi quarant'anni mi sarei immaginato: businessman, imprenditore o proprietario di un'attività... d'altronde "a scuola andavo bene" e "la vita mi avrebbe sorriso", "mica ero come quelli che si comportavano male e rispondevano indietro".

    Nel 2016 ho scritto pure un libriccino, "Gli svegli dell'asilo", nel quale evidenziavo le stesse problematiche che hai sollevato tu; e in effetti, più si era felici negli anni '80 e '90, più ci "andava bene"... più forte è stata poi la nostra delusione.

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