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Topolini, Kombattini, Bim Bum Bam di Nino Baldan

27 dicembre 2014

I falsi "mi piace": la piaga di Facebook

Facebook e i falsi ''mi piace''

La scorsa settimana sono stato contattato da un tizio con la seguente missiva:

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Se sei interessato puoi rispondere a questo messaggio o >>>Visita: XXXXXX.it <<< Ovviamente non ho risposto, considerando piuttosto inutile avere sulla mia pagina  Facebook migliaia di (finti) sostenitori che non leggono i miei post, non li condividono, non commentano. Questa pratica rientra nel meccanismo delle cosiddette "fabbriche di click", spesso allestite nei Paesi in via di sviluppo, dove agli operai vengono assegnati dei profili fasulli, viene proposta loro una serie di link, per venir pagati un dollaro ogni mille "mi piace".



E vista l'inutilità di avere questi sostenitori, perché le aziende ricorrono a questi stratagemmi? Per rendersi credibili e suscitare più fiducia: vi affidereste ad uno studio dentistico con 20.000 "like", che dà quasi l'idea di una piccola realtà internazionale, oppure a uno con soli 87?

Perfino le grandi multinazionali utilizzano questo "trucchetto", difatti un gran numero dei loro sostenitori Facebook proviene inspiegabilmente da India, Bangladesh, Indonesia, Egitto.

Così ho deciso di rivolgermi a Facebook Ads, la rete legittima e ufficiale per farsi conoscere all'interno del social network, ed ho optato di sborsare la cifra di 14,15 € per 4 giorni di campagna pubblicitaria: alle persone di età compresa tra i 25 e i 45 anni con "wrestling", "musica", "viaggi" e "videogiochi" tra gli interessi sarebbe stato mostrato, all'interno della propria home, un mio banner con la scritta "sponsorizzato".
Ma neanche qui sono state rose e fiori.

Facebook Ads: il mio esperimento

La pubblicazione di questi annunci ha fruttato alla pagina ben 33 nuovi "mi piace", ma andiamo a vedere 7 loro profili presi a caso.


Utente 1, di Como, ha messo "mi piace a 6.079 pagine diverse.

Utente 2, di Roma, ha messo "mi piace" a 7.663 pagine diverse. Ha soltanto amici africani.

Utente 3, di Ancona, ha messo "mi piace" a 10.277 pagine diverse.

Utente 4, di Monza Brianza, ha messo "mi piace" a 47.819 pagine diverse.


Utente 5, di Napoli, è iscritto a Facebook dal 10 settembre 2014 e in poco più di 3 mesi ha messo "mi piace" a 1.273 pagine diverse. Non ha amici.

Utente 6, di Cosenza, è iscritto a Facebook dal 25 settembre 2014 e in meno di 3 mesi ha messo "mi piace" a 5.627 pagine diverse.

UItente 7, di Civitavecchia, ha messo "mi piace" a 6.452 dal 20 gennaio 2010. Ha soltanto amici africani.


Sarò forse strano io, che nel corso di 6 anni di attività su Facebook (il mio primo post risale al 22 dicembre 2008) ho cliccato "mi piace" solo su 200 pagine?

Per fare un paragone, ho provato a dare uno sguardo alle attività dei miei amici, che chiameremo con nomi di fantasia.
Alessandro dal 30 giugno 2008 è diventato fan di pagine 495 volte, Michele dal 7 settembre 2008 ha espresso la sua preferenza soltanto per 39 pagine, mentre Rosario, uno tra i più attivi, ha cliccato "mi piace" 1.475 volte, ma dal 18 maggio 2008.
Per finire abbiamo Raffaele, blogger, attivo dal 22 gennaio 2010, che ha soltanto 206 pagine tra i suoi "mi piace".

Allora chi sono i 33 fan che ho guadagnato in quei tre giorni di campagna? Nella migliore delle ipotesi sono dei cliccatori compulsivi, che in ogni caso non riceveranno mai gli aggiornamenti del blog, persi tra le migliaia di notifiche quotidiane.
Infatti nessuno di loro ha mai apprezzato, commentato o condiviso quello che ho scritto.
Altre ipotesi non le voglio fare, perché non amo insinuare complotti e cospirazioni varie.

Beh, direte voi, almeno ho ottenuto nel mio "curriculum" un numero più alto di fan, e la mia pagina risulta comunque più professionale e appetibile rispetto ad altre, indifferentemente se mi seguano o meno. Quindi avrei in ogni caso ottenuto un beneficio!

Niente di più sbagliato: la recettibilità dei miei post va a farsi benedire.
Analizziamo con più calma la situazione: secondo la ricerca effettuata dal sito webmarketingitalia.eu, i post su una pagina Facebook vengono in media così visualizzati:
. gratuiti con solo testo: 20% degli utenti con "mi piace"
. gratuiti con foto e testo: 12% degli utenti con "mi piace"
. gratuiti con link: 4% degli utenti con "mi piace"

Quindi immaginate un aggiornamento con link al nostro blog: con 1.000 "mi piace" genuini, questo verrà mediamente visto da 40 persone (tutte autentiche e realmente interessate al nostro prodotto).
Mentre, con l'aggiunta di altri 9.000 utenti "spazzatura" pescati in questo modo (per un totale di 10.000), il nostro messaggio sarà visto da 400 persone, ma con altissime probabilità che a visualizzarlo siano soltanto profili inattivi, e che la percentuale di utenti reali raggiunti dal messaggio si abbassi ulteriormente.

Vi invito a dare uno sguardo a questo video del canale Veritasium, dove il presentatore Derek Muller ha speso 25 $ per promuovere su Facebook Ads un'anonima pagina relativa ad un gattino, ottenendo 262 "likes" ma solo 8 visualizzazioni e nessuna risposta ad un post dove spiegava la natura dell'esperimento e chiedeva di essere contattato da chi avesse letto il messaggio.


Perché Facebook non interviene cancellando i profili sospetti?
Semplice: questa situazione va a vantaggio della società di Zuckerberg. Esiste infatti la possibilità di pagare un post, affinché venga visualizzato da almeno il 70% dei propri "mi piace", e moltissimi blogger ed imprenditori, ormai finiti nella spirale degli falsi seguaci ed avviliti di fronte alle 4, 5 visualizzazioni dei loro annunci di fronte alle decine di migliaia di "sostenitori", si trovano costretti a pagare fior di quattrini ad ogni pubblicazione di un aggiornamento di stato, di un annuncio, di un link. Molti dei quali andranno perduti.

Qual è la soluzione che consigliano tutti i grandi siti di marketing?
Lasciar perdere i numeri, e concentrarsi sui contenuti dei propri post, che devono essere unici, semplici, interessanti e virali, in modo da invogliare l'utente a condividerli.
100 "mi piace" ottenuti genuinamente valgono più di 100.000 pescati attraverso le campagne pubblicitarie, in quanto rappresentano un pubblico realmente interessato alla nostra pagina, che partecipa attivamente alle nostre iniziative e che se coinvolto nel modo migliore può aiutarci a coinvolgere nuovi utenti e a far espandere il nostro progetto.
Se proprio volete utilizzare Facebook Ads, pagate solo se siete davvero sicuri che il 70% dei vostri "likes" che visualizzerà il post corrisponda ad utenti reali.

E anche voi diffidate dal dare troppa credibilità alle pagine di blog, di gruppi musicali, di associazioni sportive che presentano decine, centinaia di migliaia di "mi piace"!
Anche se i nomi dei fan sono italiani…corrispondono a persone realmente interessate all'argomento? I 7 miei…sostenitori riportati in precedenza ne sono la prova.

Tant'è che vedere un utente di origine africana, con soli amici africani, avere tra i propri "like" un gruppo veneto di estrema destra, più di qualche dubbio lo fa venire. Eccome.

Nino Baldan

Aggiornamento 2019: constatata l'inutilità di una pagina Facebook, ho deciso di chiuderla.
Mi trovate su Twitter cliccando qui.


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