La J League, massimo campionato di calcio giapponese, iniziò ufficialmente la sua attività nel 1993, con l'obiettivo di dare maggior visibilità alla disciplina e migliorare il livello tecnico della nazionale nipponica. La nascente lega andò a sostituirsi alla Japan Soccer League, che comprendeva team di livello amatoriale e che poco era riuscita ad imporsi nel cuori dei giapponesi, che da sempre hanno visto il calcio come sport minore.
La prima stagione della J League schierò ai nastri di partenza soltanto 10 squadre, ma godette di un'ottima copertura televisiva e riscosse un buon riscontro di pubblico, tanto che l'anno successivo furono aggiunte altre due compagini, prelevate dalla JSL, tra cui il Júbilo Iwata, che ad aprile 1994 ingaggiò nientemeno che Salvatore Schillaci, primo italiano a giocare nella terra del Sol Levante.
Schillaci al Jubilo Iwata (1995)
L'eroe di Italia 90, all'epoca trentenne, lasciò l'Inter nella quale non riuscì a sfondare (sia per problemi fisici che per mancanza di continuità), e si accasò a Iwata, dove la Yamaha, proprietaria del club, gli fornì un'abitazione spaziosa, un interprete personale, ed un autista a disposizione 24 ore su 24. Nel club incontrò il brasiliano Dunga, con il quale giocò altre 3 stagioni.
Totò lasciò lo Júbilo e si avviò verso il ritiro dopo aver vinto il campionato nel 1997, con 78 presenze e 56 gol all'attivo nel corso di quattro stagioni in J League.
Schillaci in Giappone
Il secondo calciatore italiano ad aver messo piede sui campi giapponese fu Daniele Massaro, che trentaquattrenne venne ingaggiato nel 1995 dallo Shimizu S-Pulse per tre miliardi, dove disputò una sola stagione prima di abbandonare l'attività agonistica, collezionando 20 presenze e 10 gol.
Daniele Massaro nello Shimizu S-Pulse (1995)
>Il suo ingaggio in terra giapponese non fu visto come un ripiego, ma fu utilizzato dal Milan in chiave commerciale, per aumentare le entrate in un mercato ancora tutto da esplorare.
Il suo debutto in maglia arancione avvenne a Tokyo proprio contro il Milan, vittorioso per 5-1.
Massaro in Giappone
Il terzo italiano ad approdare nella J-League fu il venticinquenne difensore del Monza Giuseppe Zappella, che nel 1998 approdò all'Urawa Reds di Saitama, dove disputò una sola stagione scendendo in campo 20 volte e segnando 3 gol.
immagine da jleagueregista.wordpress.com
Per vedere un altro connazionale impiegato nel massimo campionato giapponese dovremo aspettare altri 15 anni, esattamente nel 2013, quando Massimo Ficcadenti, ex allenatore del Cagliari, andò a sedersi sulla panchina dell'FC Tokyo, portando la squadra della capitale a conquistare l'ottavo posto in classifica.
Ficcadenti sulla panchina dell'FC Tokyo (immagine da goal.com)
E fu dalla stagione successiva che alla corte del coach fermano arrivò in prestito dall'Atalanta il difensore Michele Canini, quarto calciatore italiano a militare in J-League, che ritrovò così il suo vecchio allenatore ai tempi del Cagliari.
Michele Canini con la maglia dell'FC Tokyo
Nino Baldan
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Da Milanista, Massaro è stato sempre un idolo per me. Ovviamente anche a Schillaci non si può voler male, è l'eroe delle notti magiche!
RispondiEliminaZappella, grande, lo ricordo nel Monza (quegli anni era il Milan B e tifavo anche i brianzoli!)