Sono appena tornato da un viaggio di piacere di quattro giorni ad Istanbul.
"Perché Istanbul?" chiederete voi. Per fare un tuffo in una cultura "diversa", dove poter constatare con i miei occhi come altro popolo con origini, religione, cultura e tradizioni differenti sia arrivato al ventunesimo secolo. Certo, viviamo in un mondo globalizzato, certe soluzioni ormai sono condivise praticamente dappertutto… oppure no?
Ecco (in ordine sparso) 10 cose insolite che hanno suscitato curiosità in un italiano come me non avvezzo alle consuetudini turche.
1) Durante i pasti si beve yogurt salato
Com'è? Il primo sorso lascia un po' straniti, d'altronde per un Italiano lo yogurt è soltanto dolce, ma dopo aver messo in bocca un pezzo di arrosto o di qualsiasi altra pietanza (soprattutto se speziata), assicuro che il salato non si sente più, e si ha l'impressione quasi di bere un latte meno dolce e meno grasso.
2) I WC hanno il bidet incorporato
Un duro colpo per chi immaginava il Paese attrezzato con i famigerati "bagni alla turca", e metteva in dubbio l'effettiva pulizia del suo popolo...
3) La Turchia ha la sua pizza
Qui in Turchia si chiama pide, ha la forma di una canoa, e al posto della base di pomodoro e mozzarella è ripiena di carne speziata (di agnello, vitello o pollo) con pomodori e/o peperoni. Ne esistono numerose varianti, con salume di manzo e formaggio, oppure con l'aggiunta di uovo, ed è possibile ordinarla anche chiusa, a mo' di calzone.
Dopo una lunga camminata fino alla zona di Fatih, ho potuto gustarne una in una pideria artigianale con forno a legna ("Fatih Damak Pide"), sorseggiando un tè caldo, circondato soltanto da gente del posto (compreso un imam), mentre la tv trasmetteva un programma di musica tradizionale.
4) Esistono distributori automatici di mazzi di fiori
Niente paura, direttamente dalla stazione ferroviaria di Zeytinburunu ecco il distributore automatico di mazzi di fiori: si inseriscono le lire turche nell'apposita fessura, ed ecco sbucare il bouquet selezionato. Anche perché, a differenza dell'Italia, non ho visto in giro alcun venditore abusivo di rose, sebbene ce ne fossero di ombrelli, razzetti luminosi e trottole.
5) La merce contraffatta è in vetrina nei negozi
Sono molti infatti i viaggiatori del falso, in gran parte anche dall'Italia, che si recano nel paese musulmano per ottenere borse, cinture e accessori simil-griffati al 10%, 20% del costo dell'equivalente originale.
I negozianti d'altronde non si nascondono dietro ad un dito: ammettono la contraffazione, sono pronti ad indicare le differenze con il prodotto di marca (le cuciture, le cerniere), decantando in ogni caso la qualità del pellame made in Turkey utilizzato per la realizzazione. Anche le etichette sono in qualche modo "oneste", e riportano scritte come "prodotto realizzato secondo il know-how stilistico della casa di moda italiana".
6) Il loro kebab NON è il nostro kebab
Shish kebap: kebab in spiedino
La parola kebab (o, in turco, kebap) indica semplicemente un arrosto, non necessariamente su uno spiedo rotante. Quindi, ordinando un kebab avremo semplicemente un piatto di carne arrosto, nella stragrande maggioranza dei casi di agnello (ma anche di pollo, vitello, manzo o vegetariano), accompagnato da riso, verdure o patate.
Il döner kebab ("kebab che gira", servito in un panino) e la sua variante dürüm kebab (in una piadina) sono relativamente rari, e si sono diffusi in Europa dal 1972, con l'immigrazione in Germania dell'imprenditore turco Kadir Nurman, ideatore del modo veloce e pratico di servire la pietanza. E paradossalmente ad Istanbul ci sono molti, moltissimi meno kebabbari rispetto che in una normale città del nord-italia.
7) Dopo cena si fuma il narghilè
L'acqua contenuta nel recipiente raffredda il fumo diretto ai polmoni, rendendolo meno "forte" e quindi più piacevole; l'unico intralcio alla tradizione viene dalle recenti norme antifumo imposte dal governo Erdogan, che costringe i gestori non dotati di saletta fumatori a fornire miscele con basso contenuto di nicotina, se non completamente prive.
Una scatola in mio possesso, portata in Italia come souvenir, contiene soltanto glucosio, glicerina, aromi, erbe.
8) Le strade sono piene di gatti
Le loro condizioni di salute appaiono buone, come la loro pulizia: non è raro vedere fuori dalle botteghe commesse intente a coccolarli e a parlare loro con voce dolce. Istanbul con i suoi vicoli, le sue zone pedonali e i suoi numerosi nascondigli appare un habitat ideale per le loro passeggiate, permettendo ai gatti di sviluppare un rapporto di pacifica convivenza con l'uomo, del quale non sono spaventati, e con il quale collaborano liberando la città da ogni tipo di roditore.
9) Le Air Action non sono Vigorsol ma Vivident
Air Action Vivident? L'enigma è subito svelato: entrambi i marchi sono di proprietà dell'italiana Perfetti, che a seconda dei mercati decide quale dei due nomi sia più commercializzabile. E io che pensavo di trovarmi in un universo parallelo, come nel film "Last action hero", dove ad apparire sui poster di "Terminator 2" era Sylvester Stallone, non Arnold Schwarzenegger.
10) La carne di maiale non esiste
I salumi, accuratamente salati e speziati, sono tutti a base di manzo o pollo, e neppure da McDonald's o Burger King è possibile avere una fettina di pancetta: i vari Crispy McBacon e Double Bacon Cheeseburger semplicemente non esistono.
A detta di un cameriere, è possibile comprare rarissime fette di prosciutto, nascoste tra carni esotiche ed inconsuete, soltanto in alcune grandi catene di distribuzione, localizzate fuori città. La reperibilità del maiale in Turchia è pari a quella dello struzzo in Italia.
Forse addirittura inferiore.
Nino Baldan
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