Fin dalla più tenera età sono sempre stato un simpatizzante Nintendo.
Sarà stato per la magia insita nei suoi titoli o per l'immagine più rassicurante della sua mascotte, chi può dirlo: i colpi di fulmine non hanno quasi mai una spiegazione logica. Al contrario, SEGA (che in Italia si pronunciava "siga" per non dar adito a fraintendimenti) è sempre stata per me l'emblema della tamarragine di periferia, con un'immagine forse più adulta ma proprio per questo priva dell'aura di fantasia che era una prerogativa Nintendo e del suo magico mondo.
Rimettendomi nei panni di un bambino, ho provato a riassumere in cinque punti la mia antipatia per SEGA. Andiamoli a vedere:
1) SEGA = Sala giochi = delinquenza
immagine da forum.spaziogames.it
SEGA proponeva "Out Run", "Hang On" e "Golden Axe": titoli "da duri" presenti in tutte le sale giochi. E cosa ci dicevano i nostri genitori di quei luoghi maledetti, della loro frequentazione delinquenziale e del fumo di sigaretta che i bambini erano costretti a sorbirsi? Già da tempo avevo associato l'azienda giapponese al truzzo in motorino, alle ragazzine volgari che masticavano le Brooklyn, ai posacenere sempre pieni, ai giostrai che giocavano a biliardo e che mi squadravano ogni volta mi fossi girato.
Nintendo al contrario offriva già nei suoi cataloghi un'immagine famigliare e protettiva, nella quale mi sarei tuffato per sentirmi al sicuro da quei pericoli che ero troppo piccolo da voler affrontare.
immagine da nerdsrevenge.it
Osservate l'immagine qui sopra: quale bimbo non avrebbe voluto una famiglia come quella, con mamma e papà che lo abbracciano mentre gioca e il fratello che finge di partecipare (essendo "Super Mario Bros." per un solo giocatore)?
2) Sonic mi era antipatico
immagine da vacanerd.com.br
Nato nel 1991 per sostituire Alex Kidd, Sonic mi ha sempre un'idea sbruffona ed arrogante, al contrario di Super Mario che vedevo come una mascotte benevola e paterna.
D'altronde in quegli anni Topolino mi stava ancora simpatico.
3) Jerry Calà faceva i film sporchi
immagine da gamesblog.it
Jerry Calà, testimonial SEGA per l'Italia, non mi è mai andato troppo a genio: oltre ad essere protagonista di film sporchi che i miei non volevano farmi vedere, incarnava quell'Italia volgarotta e provinciale dalla quale non mi sentivo per nulla rappresentato.
E qui mi riallaccio un po' al punto 1: io non ero come lui, e nemmeno come quelli che guardavano le sue pellicole; nella mia casa ci sarebbe stato posto solo per giochi intelligenti e per persone per bene.
4) Zenga giocava nell'Inter
immagine da docmanhattan.blogspot.com
Un altro personaggio che appariva nelle pubblicità SEGA era il portiere dell'Inter Walter Zenga: come avrei potuto dargli credito vista la mia fede rossonera?
Jerry Calà non andava bene, Zenga nemmeno… quindi Jovanotti che faceva gli spot Nintendo mi era simpatico? Nel suo caso fu l'accostamento alla "grande N" a rendermi meno indigesta la sua figura: era il NES a fare da testimonial per lui, non il contrario.
Jerry Calà non andava bene, Zenga nemmeno… quindi Jovanotti che faceva gli spot Nintendo mi era simpatico? Nel suo caso fu l'accostamento alla "grande N" a rendermi meno indigesta la sua figura: era il NES a fare da testimonial per lui, non il contrario.
5) C'erano troppe console
immagine da arcadelife.altervista.org
Ho sempre visto con sospetto la politica hardware di SEGA. Oltre al Master System, al Game Gear e al Mega Drive in pochi mesi furono lanciati il MegaCD, il 32X, il Master System II e Mega Drive II: per un periodo coesistettero così tante macchine da creare confusione in ogni utente.
E una ditta che riempiva gli scaffali di paccottiglia (che un compagno ricco si faceva comprare per venire in classe a decantarne le lodi) suscitava in me non poca rabbia e fastidio.
Epilogo
immagine da it.playstation.org
Successivamente crebbi, e quando nel 1995 venne lanciata la Playstation cambiai radicalmente il mio punto di vista. Il cuore continuava a battere per la Nintendo, ma allo stesso tempo si dissolse la mia avversione per SEGA: iniziai a vederla quasi come il cugino di periferia della casa di Mario, basata su un mondo grezzo e tamarro ma tutto sommato fantasioso e apprezzabile.
La mia antipatia si trasferì presto per quei compagni fighetti che parlavano di "Ridge Racer", "Toshinden" e del macchinario da 719 mila lire che gli aveva comprato il papà.
Il mercato venne così monopolizzato da "Gran Turismo", "Tomb Raider" e dai successivi CD masterizzati che resero Playstation il più truzzo degli hardware; mentre giocavo a "Super Mario 64" assistei alla triste parabola discendente del Dreamcast, l'ultima console SEGA, che cadde in disgrazia con i suoi personaggi.
L'avvento di Sony mise fine a quell'epoca magica caratterizzata dal dualismo tra Nintendo e SEGA che caratterizzò l'industria videoludica tra gli anni '80 e '90.
E voi? Quali sono le vostre memorie associate a SEGA?
Nino Baldan
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Sul punto 5 hai stra ragione! Io rimasi per anni col master system, fregandomene di tutte le altre, giocando occasionalmente al mega drive da mio cugino, fino a che non mi regalarono il super Nintendo, unica mia parentesi nintendiana (insieme al game boy che mi stava sul cazzo per via delle pile, prima di prendere quelle ricaricabili)
RispondiEliminaIo di pile per il Game Boy ne consumavo almeno 8 a settimana, ma non quanto il mio compagni di classe facoltoso fan della SEGA e possessore del Game Gear, capace di far fuori SEI BATTERIE (non alcaline) nel semplice tragitto in autobus Venezia-Marghera 😉
EliminaIl Game Gear si usava con l'alimentatore, non conosco nessuno che usasse le pile. Era la consolle da usare in cameretta, quando la TV era occupata. Negli anni 90 se uscivi di casa di certo non ti portavi una consolle...
EliminaBeh io odiavo i loro Joypad, per qualsiasi console... erano inutili per i picchiaduro, scomodi da tenere in mano e la croce direzionale era assolutamente imprecisa persino per i platformer base tipo Alex Kidd o Sonic...
RispondiEliminaCapisco per i tre tasti.. ma dopo uscì quello a sei.
EliminaIl Circular D-Pad di MD e Sega Saturn era superiore alla concorrenza inoltre.
Punto 2 concordo, cattivo gusto mettere JC per uno spot rivolto ai bambini
RispondiEliminaCiao Roy e benvenuto nel Blog!
EliminaQuello di Jerry Calà è stato un "pasticcio" che si è creato tra l'impostazione-SEGA (che voleva a tutti i costi un'immagine più "cool" per i suoi prodotti) e la visione italiana dell'epoca (che vedeva i videogiochi come giocattoli)...
https://www.youtube.com/watch?v=Fg1_jXp5CJs
RispondiEliminaCiao io ho tutte le consolle uscite sia sega che nintendo ,ovviamente anche tutte le pley i game boy e il game gear .Un appunto in super mario per nes si poteva giocare in due perchè anche luigi era giocabile.
RispondiEliminaCiao Marco! Sì, per Super Mario Bros hai ragione: effettivamente si poteva "giocare in due" ma alternandosi :) Dall'immagine si aveva l'impressione che i due si sfidassero in tempo reale ;)
EliminaIo detestavo la Sega solo perché non ce l'avevo a casa, quei colori accesi ed estremamente pop erano per me come la luce in fondo al tunnel a dispetto dei miei vecchi e noiosi giochi per amiga, ormai anacronistici.
RispondiEliminaCiao Seb e benvenuto!
EliminaIo l'Amiga l'ho conosciuta "tardi", quando "Street Fighter II" era già uscito, attraverso dei miei compagni di classe che mi invitavano a casa per giocare... Il mio "battesimo" con i videogiochi è stato con la Nintendo, e negli anni successivi ho sempre perseguito per quella strada :)
La SEGA l'ho rivalutata solo a posteriori, complice il fatto che sono cresciuto e le "sale giochi" non mi facevano più paura :D anzi, sono un luogo di aggregazione che rimpiango :(
Io non sono stato mai un grande videogiocatore,comunque come consòle diciamo adulta, escluso l'Atari 2600 che ricevetti in regalo per la Comunione, ho avuto solo il Sega Mega Drive. Ero adolescente, e negli ultimi anni di frequentazione delle sale giochi, che poi per un veneziano erano quasi sempre quelle che venivano con le Giostre in inverno. Avevo iniziato ad andarci verso i 9/10 anni, e le abbandonati verso il 18/19. Nemmeno da piccolo erano ambienti che mi facevano paura, anche se obiettivamente in certi casi erano mal frequentate. Senza fare riferimenti precisi, delle sale giochi stanziali, a Venezia, una che aveva una nomea particolarmente brutta era una sala a Cannaregio... Ma lì ci sarò andato due volte in tutto. Tornando al Sega, mi piaceva abbastanza, anzi, molto, Sonic era un gran gioco,al di là della mascotte. Curiosa in effetti la scelta, a quei tempi, di Jerry Calà come testimonial di Sega (oltre a Mancini, Zenga ecc. ), tuttavia io non lo vedevo neanche da bambino come un personaggio ambiguo o 'sporcaccione', ma anzi, come un simpatico comico, presente in tantissime pellicole anni 80 e 90, anzi in famiglia era apprezzato anche perchè mio papà lo amava dai tempi dei Gatti di Vicolo Miracoli, della trasmissione Non Stop. Diciamo che dal personaggio surreale degli anni 70, Calà poi si trasformò nell'emblema del perenne ragazzo, uomo trentenne italiano donnaiolo ma fondamentalmente buono, genuino, tenerone. Forse,pensandoci bene, per questo motivo fu scelto da Sega, a mo' di fratello maggiore spiritoso e 'viveur ' che ti dà le giuste dritte.
RispondiEliminaHo scritto molto sulle giostre, soprattutto sulle loro sale giochi :) In quelle "stanziali" mi era proibito entrarci: ricordo ancora i gruppetti di giovani col giubbotto di pelle che fumavano, bestemmiavano e sputavano per terra... cos'avevo da spartire con loro, io che avevo 6-7 anni e andavo a scuola dalle suore? :D
EliminaJerry Calà l'ho riscoperto "a posteriori": da piccolo non lo sopportavo, come non sopportavo tante cose che reputavo "sbagliate" per quell'ottica manichea ed estremista che mi ero costruito :D
Qualcuno mi disse "è colpa delle suore", ma in verità NON tutti i bambini che frequentavano quell'istituto erano come me...
Probabilmente fu una micidiale combinazione tra l'educazione cattolica e la mia innata determinazione a "far bene" ;)
Nino, probabile che non c'entri tanto l'educazione scolastica ricevuta, quanto i gusti personali di ciascuno. Sì lo so, ho letto tuoi scritti sulle sale giochi😉Mi sovviene ora un altro ricordo, cioè altre situazioni in cui mi capitava di giocare con i cabinati, vale a dire durante le vacanze estive in montagna: sia sale giochi vere e proprie, a Falcade e ad Andalo, sia giochi collocati nei bar (a Falcade stessa, e anche in un bar a Monte San Savino (Arezzo), paesello dove andavamo sempre in villeggiatura ad agosto).
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