10 videogiochi ambientati a Venezia (seconda puntata) | Nino Baldan - Il Blog

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Topolini, Kombattini, Bim Bum Bam di Nino Baldan

9 aprile 2015

10 videogiochi ambientati a Venezia (seconda puntata)


Bentornati alla rubrica che analizza i videogiochi che nel corso dei decenni ci hanno mostrato, tradotta in pixel e poligoni, la città di Venezia: dopo la prima puntata della settimana scorsa, oggi vedremo insieme i titoli usciti a cavallo tra i due millenni, e capiremo se il miglioramento della tecnologia ha giovato alla fedeltà con la città reale, oppure se i pesanti stereotipi spesso presenti nei giochi anni '80 e '90 hanno continuato a fare ancora brutta mostra di se stessi.


11) Soul Calibur (1998)

Iniziamo la carrellata odierna con un picchiaduro medievaleggiante all'arma bianca, apparso in sala giochi nel 1998 e convertito l'anno successivo per Dreamcast. I programmatori della giapponese Namco (la casa di Tekken) decisero di far alloggiare il tedesco Siegfried in uno stage denominato "City of Water", ricostruito in tutto e per tutto sulla Venezia contemporanea: i combattimenti avevano luogo su una piattaforma situata al centro del Canal Grande, circondato da disparati edifici presi a caso dal capoluogo lagunare, tra cui Piazza San Marco, Santa Maria della Salute, San Giorgio, la Ca' D'oro.
Sebbene mancasse completamente una qualsivoglia fedeltà topografica, ogni elemento vantava una cura davvero maniacale nei dettagli, garantendo al giocatore un'atmosfera davvero autentica: niente alberelli, ombrelloni o elementi presi a caso dallo stereotipo italiano, ma un'attenzione filologica verso ogni elemento architettonico veneziano.



12) Hydro Thunder (1998)

Passiamo invece ad un titolo completamente diverso, dedicato alle corse nautiche, prodotto dall'americana Midway ed uscito in sala giochi e successivamente per tutte le principali console dell'epoca (Playstation, Nintendo 64, Dreamcast). All'interno di "Hydro Thunder" era presente un percorso denominato "Venice Canals", ambientato nientemeno che nel Canal Grande! Nonostante un'ambientazione abbastanza fedele, i programmatori si concessero alcune licenze poetiche, come un edificio gotico arredato con lampadari (accompagnato da un'immancabile musica lirica), colonne e campanili posti un po' ovunque, e un bel Ponte Milvio a segnare il termine del percorso.
Segnalo le voci dei poliziotti a bordo dei natanti di servizio, che intonano in italiano frasi come "fermate la barca!" e "ragazzi, con calma!".



13) The typing of the dead (1999)

Ecco una versione di "The House of the Dead 2", rieditato in una veste a dir poco insolita: le classiche pistole furono sostituite da delle vere e proprie tastiere da computer, utilizzate per…dattilografare in tempo reale le parole che venivano indicate sullo schermo.
I protagonisti erano addirittura ritratti con una keyboard grigia appesa al collo (!) e uno zainetto sulle spalle rappresentante un Sega Dreamcast per le prime versioni, ed una Playstation 2 per la successiva incarnazione sulla console Sony.

immagine da hardcoregaming101.net

immagine da hardcoregaming101.net


14) Wave Race Blue Storm (2001)

Anche questo titolo di corse acquatiche includeva, manco a dirlo, una pista dal sapore lagunare, che mostrava una Venezia completamente priva di atmosfera, dall'aria lacustre e portuale; ombrelloni e alberelli facevano capolino sulle sponde dei canali, insieme ad un Ponte di Rialto messo lì quasi per sbaglio, il tutto attorniato da alcune ridenti colline verdi, segno che chi i nipponici della NST l'Italia l'hanno "visitata" in tre giorni, probabilmente a bordo dello stesso pulmino utilizzato dai dipendenti SNK
Il nome del percorso veneziano, poi, era a dir poco esilarante: i programmatori si gettarono su qualche dizionario per tradurre la parola "race", la quale in italiano significa sia "corsa" che "razza"…e presero per buona la seconda interpretazione, così, senza pensarci su troppo. Evidentemente erano in ritardo con i tempi di consegna. Fu così che magicamente ci troviamo a gareggiare in un imbarazzante "La Razza Canal", nel quale ci aspettamo di imbatterci in Eddie Guerrero a bordo di qualche coloratissima imbarcazione, ovviamente modificata.



15) Super Mario Sunshine (2002)

L'incarnazione dell'idraulico baffuto su Gamecube non contiene un livello dichiaratamente veneziano, ma è proprio dal capoluogo lagunare che Delfino Plaza (in italiano anche nella versione originale) prende ispirazione, mescolando architettura europea e canali ad elementi riconducibili ad porto tropicale.
Oltre ad una musica di sottofondo che sembra presa da una serenata in gondola, fanno capolino qua e là gli immancabili ombrelloni parasole. Dai, volta questa li perdoniamo.

immagine da giantbomb.com


16) Wolfenstein Enemy Territory (2003)

Concepito originariamente come espansione di "Return to Castle Wolfenstein", questo titolo fu invece messo gratuitamente a disposizione dei giocatori come una serie di livelli multiplayer: uno dei quali ambientato proprio nel capoluogo lagunare. Tralasciando ora l'aderenza topografica con la città reale (della quale compare soltanto la Chiesa di San Barnaba), questo titolo offriva a mio avviso una delle più atmosfere più fedeli alla Venezia minore e periferica: le texture e le ambientazioni davano al giocatore l'impressione di trovarsi in un qualsiasi quartiere popolare di novecentesca costruzione, tra la Baia del Re, Santa Marta, i Gesuiti e Sant'Eufemia, adibito per l'occasione a zona di guerra.



17) Painkiller (2004)

Sviluppato dai polacchi di People Can Fly, questo "Pankiller" aveva come protagonista un defunto alle prese con le armate demoniache, impegnate a mettere a ferro e fuoco un Purgatorio costruito su elementi presi a caso dalla storia e dalla geografia. Lo stage veneziano, per la sua costruzione, ricorda quello visto in Tomb Raider II, e ci catapulta in un incubo "turistico" con la Basilica e il Palazzo Ducale incastonati in un dedalo di ponti, porte e palazzi, tra i quali fanno capolino anche Palazzo Vecchio di Firenze e altri edifici che nulla hanno a che fare con l'ex capitale della Serenissima. Ma all'aldilà tutto fa brodo.



18) Gran Turismo 4 (2005)


immagine da flickr.com

I giapponesi della Polyphony Digital inserirono in questa simulazione automobilistica un'interessante modalità "photo", che consentiva di mettere "in vetrina" la propria vettura in alcuni tra gli scenari più incantevoli del mondo, girando a proprio piacimento la telecamera quasi a ricreare una propria campagna fotografica.
Venezia era presente addirittura con due ambientazioni: la Piazza San Marco ed il Canal Grande (sul quale galleggiava una zattera), ovviamente ricostruiti in ogni minimo dettaglio; in occasione del Carnevale 2011, poi, uno speciale modello della Citroën GT (disegnato proprio dalla Polyphony Digital), fu davvero posto su un barcone e trasportato in giro per la città.
magine da gtplanet.net


19) Sly 3: Honor among thieves (2005)

Se vi eravate scandalizzati per gli stereotipi messi in atto nei lavori videoludici del passato, tra ombrelloni ed ambientazioni da villaggio turistico (da parte giapponese), e riferimenti all'Opera e alla mafia (da parte occidentale), e pensavate che tutto ciò con gli anni, con la globalizzazione e il miglioramento della tecnologia fosse in qualche modo scemato, davanti a questo "Sly 3: Honor among thieves" vi ricrederete.
Bastano i primi minuti di video per rendersene conto: non appena viene mostrato al giocatore un cartoonesco Canal Grande... subito partono i mandolini. Tempo due secondi e ci viene presentato Ottavio, "il boss della mafia locale", un leone antropomorfo che sembra preso pari pari dalle copertine dei Pitura Freska (senza spinello, però). Ma cosa faceva questo malavitoso negli anni di gioventù? Cantava l'Opera. Finchè, passato al crimine, decise di…indossare una maschera di Carnevale.
E si parte con una panoramica della città: altri mandolini, una bella ruota panoramica in pieno centro, pubblicità della pizza ovunque, perfino all'interno della stazione di polizia. Signore e signori, ecco a voi "Lilli e il Vagabondo 2005": la visione statunitense dell'Italia, aggiornata e riassunta in una ventina di secondi.



20) Timesplitters Future Perfect (2005)

L'ultimo titolo di cui parlerò oggi è "Timesplitters Future Perfect", nel quale assumiamo i panni del sergente Cortez, giunto dal 25° per modificare il passato; anche qui è presente un livello ambientato a Venezia. Al tempo del remix di "Music for the funeral of Queen Mary" di Henry Purcell, il giocatore si muove lungo la riproduzione di un generico borgo europeo, fatto di scalinate, palazzi e cortili, che non diremmo trattarsi di Venezia se non fosse per quel canale con le gondole fantasma che, come in una giostra gardalandiana, si addentrano nei tunnel seguendo un percorso su rotaia.


Anche per oggi è tutto…vi dò appuntamento alla prossima settimana per gli ultimi 10 giochi ambientati a Venezia, che copriranno il periodo che va dal 2005 ai giorni nostri.
Tenetevi pronti!

Nino Baldan


Le altre puntate

9 videogiochi ambientati a Venezia (prima puntata) (02/04/2015)

9 videogiochi ambientati a Venezia (terza puntata) (17/04/2015)

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