Benvenuti a "la sigla nel mondo", la rubrica che analizzerà per voi le opening song delle serie di successo, paragonando le versioni originali a quelle che le hanno accompagnate nei vari paesi!
Il primo appuntamento è dedicato a Captain Tsubasa, serie calcistica conosciuta in Italia come Holly e Benji!
A sentir così, sembrerebbe che tutta l'opera fosse basata sulla rivalità tra l'attaccante ed il portiere.
Ma questo accadde solo nei primi episodi: Genzo Wakabayashi si defilerà quasi subito, ritagliandosi nella saga un ruolo davvero marginale.
Meglio fecero gli spagnoli a rinominare l'anime "Olive e Tom", affidando a Taro Misaki ("Tom Becker") un più plausibile ruolo da comprimario.
Ma dei nostri amici europei ci occuperemo in seguito.
Ricordate la prima sigla italiana del 1988, dove la pessima qualità audio rendeva particolarmente arduo distinguere la voce del bambino Paolo Picutti? Il compositore del pezzo era Augusto Martelli, autore di altre sigle made in Fininvest come "Grand Prix", "OK, il prezzo è giusto" e "Casa Vianello", mentre il testo era di Alessandra Valeri Manera (accreditata come Alinvest) e Nicola Gianni Muratori.
Al brano associo i miei ricordi infantili legati a succhi e biscotti: una merenda pomeridiana che coincideva sempre con la sigla del cartone.
Al brano associo i miei ricordi infantili legati a succhi e biscotti: una merenda pomeridiana che coincideva sempre con la sigla del cartone.
Nel 1995 quel brano fu sostituito da un nuovo pezzo, affidato alle voci di Cristina D'Avena e Marco Destro (con testo della solita Valeri Manera su musica di Silvio Amato).
Se la prima sigla mi suonava un po' da "Zecchino d'Oro", della successiva non ho mai sopportato l'inutile ed esagerata retorica: la voce femminile fingeva un'ingiustificata emozione, mentre di Marco Destro ho sempre pensato avesse un boccone bloccato in gola.
Finchè nel 2005, in occasione del lancio dei nuovi episodi, venne realizzata una terza sigla italiana. Ad affiancare Cristina D'Avena fu scelto Giorgio Vanni, capace di dare al pezzo quell'inconfondibile aria baby-truzza che caratterizza ogni sua interpretazione.
Ormai i bambini del nuovo millennio non vivevano più quell'infanzia innocente e dorata degli anni '80, ma si trovavano già proiettati in avanti, e a dimostrarlo era quel giro di piano e quella voce elettronica che volevano a tutti i costi richiamare gli Eiffel 65. Musica dello stesso Vanni e di Max Longhi, che come nel caso di "What's my destiny Dragonball" attinse a piene mani dal Canone di Pachelbel.
E il testo? Ancora di Alessandra Valeri Manera.
Ormai i bambini del nuovo millennio non vivevano più quell'infanzia innocente e dorata degli anni '80, ma si trovavano già proiettati in avanti, e a dimostrarlo era quel giro di piano e quella voce elettronica che volevano a tutti i costi richiamare gli Eiffel 65. Musica dello stesso Vanni e di Max Longhi, che come nel caso di "What's my destiny Dragonball" attinse a piene mani dal Canone di Pachelbel.
E il testo? Ancora di Alessandra Valeri Manera.
Vi siete chiesti quale fosse la sigla originale?
Si intitolava "Moete Hero", e fu utilizzata per la prima parte della serie.
Il tema che accompagnava i frangenti più epici era tratto proprio da questa canzone: sarebbe stato più avvincente se il telespettatore italiano lo avesse associato alla sigla iniziale. Come per dire: "cacchio, ora fanno sul serio".
E invece no.
Si intitolava "Moete Hero", e fu utilizzata per la prima parte della serie.
Il tema che accompagnava i frangenti più epici era tratto proprio da questa canzone: sarebbe stato più avvincente se il telespettatore italiano lo avesse associato alla sigla iniziale. Come per dire: "cacchio, ora fanno sul serio".
E invece no.
Questa è invece "So long dear friend", corrispondente al periodo dello scontro tra le nazionali.
Ecco invece "Fighting", la sigla del remake del cartone, che arriva a comprendere l'epopea di Shingo Aoi (Rob Denton in Italia) e il suo approdo all'Inter.
Per finire, la sigla di "Road to 2002", serie che narra le gesta di Holly al Barcellona e Lenders alla Juve (rinominate Catalunya e Piemonte per motivi di diritti).
Non mi soffermerò a parlare delle sigle di chiusura, che in terra nipponica sono sempre differenti da quelle iniziali.
Ma come andarono le cose nel resto d'Europa?
In Germania fu mentenuta "Moete Hero", appositamente tradotta in lingua teutonica.
Ma come andarono le cose nel resto d'Europa?
In Germania fu mentenuta "Moete Hero", appositamente tradotta in lingua teutonica.
Curiosamente, i francesi ebbero una sigla basata sul tema italiano di Lupin.
Evidentemente a "La Cinq" -gruppo Fininvest- stabilirono che quella melodia si sposasse meglio col calcio piuttosto che con le imprese del ladro gentiluomo.
Lo stesso accadde in Spagna: "Telecinco" -altra emittente del Biscione- fece il medesimo abbinamento per "Oliver y Tom".
E in Portogallo? Ecco un bel duetto al suono di "Oh-ah-oh-ah-oh-ah-oh"...!
In lingua inglese sono riuscito a trovare soltanto questo pezzo:
E per concludere, ecco "Moete Hero" nella sua versione in carne ed ossa!
Alla prossima!
Nino Baldan
Sigla successiva:
. Power Rangers
Leggi anche:
. I 4 calciatori italiani nella J-league giapponese
. Nintendo World Cup su "Il Bazar del Calcio"
. Calcio, anni '80 e ricordi (di Riccardo Giannini)
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