Un sussurro elettrico ed emozionato svegliò Giorgio di soprassalto. Aprì gli occhi, e vide accanto a lui Ilaria, sua figlia di cinque anni. Gli occhi azzurri come quelli della madre risplendevano nel buio, illuminati della gioia di chi per la prima volta aveva visto la neve, e il fatto che fosse caduta proprio la mattina di Natale ne aveva indubbiamente accentuato il fascino.
Guardò la moglie a suo fianco, che era rimasta beatamente a galleggiare nei suoi sogni; dopo averle sistemato per bene il piumone, rispose bisbigliando alla bambina: "ora papà ti porta a vedere la neve!". Incurante che fossero le sette del mattino, e che la sera prima avesse lavorato fino a tardi.
Voleva gustarsi appieno quell'irripetibile momento, condividendo con la figlia un'esperienza che l'avrebbe accompagnata per tutta la vita. Scese dal letto e infilò i piedi nelle pantofole, mentre Ilaria sembrava non stare più nella pelle. Un freddo pungente lo colpì non appena abbandonò il lettone, costringendolo a raggiungere a tastoni il suo maglione di lana abbandonato sul mobiletto.
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"Peró amore copriti!" sussurró alla figlia, che incurante della temperatura saltellava qua e là ancora avvolta nel suo pigiamino rosa.
Giorgio prese una felpa della moglie e gliela infiló, nonostante le arrivasse fino ai piedi, le sistemó i biondissimi capelli, la prese per mano e la portó in salotto, dove le luci dell'albero natalizio erano rimaste accese dalla sera prima, e stavano imprimendo sui mobili, sui muri, sul divano riflessi prima rossi, poi verdi, e infine blu. Schivarono i pacchetti regalo adagiati sulla base, "dopo ci sarà tempo anche per quelli" pensò.
Padre e figlia entrarono in cucina, anch'essa illuminata dalle luci colorate provenienti dall'altra stanza, e si avvicinarono alla porta del terrazzino. "Stai indietro che apro!" disse, temendo che Ilaria avesse potuto prendere freddo, e spalancó l'imposta. Davanti a loro si manifestó uno spettacolo mozzafiato: non solo il pavimento appariva ricoperto da almeno cinque centimetri di neve, ma anche le ringhiere, i tetti, i davanzali, le piante. La candida sensazione di pace e di silenzio lo riportó subito a quand'era bambino, quando aveva per la prima volta contemplato la vista della città tutta innevata dalla finestra della cameretta.
Provò ad immedesimarsi negli occhi della figlia, che tutta estasiata, con la bocca aperta e gli occhi lucidi dall'emozione, stava probabilmente provando le sue stesse emozioni di allora.
"Papà, vai a chiamare la mamma!" "D'accordo tesoro, aspettami qui!".
Giorgio chiuse momentaneamente la porta del terrazzino, lasciando Ilaria nella penombra della cucina e si avvió a passo spedito verso la camera da letto. Il suo unico desiderio era di stringere a sè le cose più preziose che aveva davanti allo scenario incantato che gli si poneva davanti. Poi avrebbero, come da tradizione, scartato insieme i regali, accompagnati da "Jingle Bells" e "Stille Nacht", ma questa volta sarebbe stato diverso, più magico: sarebbe stato il primo Natale con la neve da quando Ilaria era venuta ad allietare la loro vita.
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Attraversó il salotto, entró in camera da letto, ma una visione inaspettata lo colse di sorpresa: la moglie che prima dormiva beatamente avvolta nel piumone non c'era più. Non solo: anche il letto era sparito, e con esso ogni mobilio e pezzo d'arredamento. La stanza appariva desolatamente vuota, con qualche scatola di cartone adagiata sulle pareti.
Una doccia fredda annegó il suo iniziale entusiasmo, riportandolo alla realtà e facendogli improvvisamente ricordare che non si sposó mai.
Lei se n'era andata ormai dieci anni prima; del loro progetto di formare una famiglia, del quale fantasticavano praticamente ogni sera prima di andare a dormire, era rimasto solo un rimpianto. Ilaria non esisteva, non era mai nata.
Si giró di scatto e guardó il salotto: anche l'albero e i regali erano scomparsi, sostituiti da altri scatoloni vuoti; solo allora gli tornó alla mente di quando, rimasto solo, quella casa l'aveva venduta. Preso dall'angoscia tornó in cucina, e la trovò desolatamente buia, senza più mobili, senza nulla al di fuori di qualche tubo che spuntava dai muri ormai scrostati. Ma Ilaria era ancora lì, davanti alla porta del terrazzino.
"Papà, dove sei stato? Dov'è la mamma?".
Giorgio prese in braccio la bambina avvolta nella felpa della moglie, la odoró, e sentì che aveva ancora il suo profumo. Strinse forte la figlia e cominció a singhiozzare. "Papà perchè piangi?". Rispose tra lacrime "Ti voglio bene figlia mia, ti voglio bene". "Anche io tu voglio bene, ma non piangere! Guardiamo ancora la neve mentre aspettiamo la mamma?".
"Certo tesoro mio."
Messa giù la bambina, Giorgio aprì nuovamente la porta del terrazzino. La neve era ancora lì, a ricoprire con il suo silenzio ringhiere, tetti, davanzali e piante. Respiró a pieni polmoni la fredda aria dicembrina e si giró.
Ilaria non c'era più.
Nino Baldan
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