10 attività veneziane scomparse (ottava puntata) | Nino Baldan - Il Blog

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28 novembre 2015

10 attività veneziane scomparse (ottava puntata)


A grandissima richiesta torna la rubrica dedicata alle attività veneziane scomparse, giunta ormai alla sua ottava puntata, e che nel corso dell'estate ha raccolto complessivamente quasi 9000 visualizzazioni. Oggi prenderò in esame altri 10 negozi che per decenni hanno allietato la vita dei residenti lagunari, e dei quali oggi è rimasto soltanto il ricordo: siete pronti per il nostro viaggio della memoria?

immagine da google street view


71) Salumeria Tiozzo
Rugagiuffa

immagine da facebook.com

La prima attività della quale voglio parlare è proprio quel negozietto di alimentari che per tutto il corso della mia vita ha fatto bella mostra di sé nel mezzo della Rugagiuffa; uno di quei punti di riferimento che ho sempre dato per scontato, e che per nulla al mondo avrei mai potuto pensare di non trovare più. Ciano era un signore anziano d'altri tempi, un pizzicagnolo vecchio stile, che teneva in vetrina un assortimento non troppo vasto di salumi e formaggi vari, con ogni pezzo contrassegnato dal proprio cartellino scritto a mano; erano presenti delle ceste di pane proveniente da un vicino panificio, con il quale venivano confezionati panini da asporto. Andai da Ciano solo un paio di volte nel corso della mia vita, quando lavoravo come ambulante in Riva degli Schiavoni: le mie furono delle trasferte veloci, finalizzate soltanto all'acquisto di un paio di sandwich confezionati al momento, ma ebbi subito la sensazione, accolto da un'illuminazione fioca e dopo aver osservato la limitata scelta di prodotti stipati sugli scaffali, che un posto del genere non sarebbe sopravvissuto a lungo, soprattutto di fronte al progressivo spopolamento della città unito al proliferare sempre più aggressivo delle catene della grande distribuzione. Infatti nel giro di pochi mesi apparve il cartello "affittasi" (tradotto anche in cinese, un po' provocatoriamente e un po' strizzando l'occhio a chi ormai in città è rimasto tra i pochi a voler ancora scommettere su una nuova apertura). Attualmente al posto della Salumeria Tiozzo è presente una rivendita di cibo da asporto. Fortunatamente buono.


72) Regini
San Lio - Ponte S.Antonio

immagine da google street view

Altro negozio storico, presente da tempo immemore sopra il Ponte di San Lio, Regini era specializzato nella vendita di oggetti in gomma. Ricordo di averci messo piede numerose volte da bambino insieme a mio padre, acquistando stivali per acqua alta, tubi di gomma e strisce di materiale isolante, tutto avvolto su apposite bobine e venduto al metro.
L'attività era così celebre da dare il nome, nel parlare comune, al ponte dove sorgeva.
Al suo posto è ora presente un negozio di arredobagno.


immagine da ebay.it


73) Salumeria Da Tos
Calle della Bissa

immagine da google street view

Di questo luganeghèr ho ricordi sbiaditi e confusi, legati ai primi anni della mia infanzia. C'era un bancone, quello sì, oltre ad un espositore di cartone dov'erano stipati sacchetti trasparenti di patatine tutte uguali, forse Pai, forse Amica Chips: una loro confezione non poteva mai mancare per accompagnare le carte di crudo, mortadella e salame ungherese che mio padre acquistava, e con la loro croccantezza completavano il pre-pranzo quotidiano. Non troppi anni fa il negozio venne inglobato dalla vicina banca, e ricordo come per un periodo tutti gli affettati vennero misteriosamente "trasferiti" nella vetrina della vicina rosticceria, almeno fino al loro completo esaurimento.


74) Filatelia
San Giovanni Grisostomo

immagine da google street view

Una bottega che nella metà degli anni 90 ho frequentato spesso, soprattutto per colpa della mia passione per le schede telefoniche; il gestore era un signore anziano caratterizzato da un'impeccabile eleganza, che esponeva in vetrina, oltre alle già citate carte della SIP, introvabili set di francobolli e monete di ogni epoca e da ogni parte del mondo. Non c'era giornata nella quale, tornando da scuola, non mi fossi soffermato ad ammirare incantato uno dei numerosi articoli presenti; non potrò mai dimenticare la serie completa delle schede telefoniche bilingui italiano/tedesco destinate al mercato altoatesino, con tanto di linguetta ancora intonsa che garantiva la loro verginità.
Dall'anziano proprietario mi capitò pure di essere cacciato, quando all'interno del suo negozio mi misi a VENDERE ad una signora alcune schede in mio possesso, ad un prezzo vergognosamente più basso di quello da lui praticato; un concetto di concorrenza sleale, per lo più in casa altrui, che un ragazzino delle medie non poteva del tutto afferrare.
Attualmente l'attività è stata sostituita da una creperia.


75) Radio Perucci
San Giovanni Grisostomo

immagine da google street view

Poco distante dal negozio di filatelia sorgeva un'altra bottega storica gestita da un altro signore anziano, stavolta specializzata nei pezzi di ricambio per radio, giradischi e televisori.
L'interno era piuttosto spartano e arredato secondo i canoni di altri tempi, e nelle vetrine era esposto ogni tipo di cavetteria: dalle prese scart ai collegamenti per impianti stereo; se fosse servito un particolare tipo di cavo o adattatore, il proprietario avrebbe aperto il giusto cassetto di legno posizionato alle sue spalle e in pochi secondi l'avrebbe fatto saltar fuori.
Era soprattutto da Perucci che acquistavo le batterie per il mio Game Boy, che grazie alla sua ininterrotta accensione, era capace di consumare in una settimana almeno 3 confezioni di pile stilo. Diventato una banca, ora il negozio è stato preso in gestione da una multinazionale specializzata in valigie e articoli da viaggio.


76) Pull Jeans
Campo San Zulian

immagine da google street view

Questa attività di abbigliamento giovanile era già avviata negli anni '70: mi sono giunti infatti racconti inerenti un giovane signor Franco da famigliari che in quell'epoca lavoravano alle mercerie. Fu in questo negozio, divenuto nel frattempo rivenditore Diesel, che nel corso delle superiori acquistai il mio primo jeans di marca: ricordo la simpatia e la gentilezza del proprietario, che per attirare clienti alzava il volume della radio sempre sintonizzata su stazioni di musica commerciale, e li attendeva semplicemente sulla porta.
La vetrina era un'apoteosi di magliette, tracolle, felpe e pantaloni posizionati l'uno sull'altro, e l'interno appariva un po' come un bazar, tra appendini, tavoli e scaffali stracolmi di borse di varia foggia e dimensione; ogni visita a Franco era un po' come una scoperta, tra capi recenti e di collezioni passate, alla ricerca di quello che avrebbe potuto più fare al caso mio.
Ho ancora nelle narici il profumo del cuoio delle mia prima cintura Diesel, comprata proprio lì. Dopo la chiusura, al posto di Pull Jeans è presente un negozio di abbigliamento gestito da orientali. 


77) Tappezzeria Visentin
San Lio - Corte Perini

immagine da tripadvisor.it

I più giovani non lo sapranno, ma in corte Perini, situata dopo il Sotoportego in Salizada San Lio, era presente un negozio di tappezziere. Ci sarò entrato un bel po' di volte in compagnia di mio padre: ricordo come fosse ieri la presenza di decorazioni in stucco da applicare sul soffitto, ma soprattutto un bel po' di rotoli di carta da parati, venduta al metro. Fu lì che ne acquistammo una dal look esasperatamente anni '80, sulla quale i personaggi Disney erano raffigurati intenti a praticare numerosi sport, il tutto su uno sfondo bianco quadrettato in blu, con un risultato finale molto vicino alle copertine dei videogiochi per Sega Master System dell'epoca: la utilizzammo per foderare un vecchio tavolino della nonna.
In questo momento i locali sono occupati da un ristorante.


78) Negozio di scarpe
San Lio - Calle al Ponte de la Guerra


immagine da google street view

Un'attività che per un infante o un adolescente possedeva un'attrattiva pari a zero, ma che per gli anziani rappresentava una meta fissa dello shopping pomeridiano: questo negozio possedeva una sterminata collezione di scarpe classiche, comode, con la pianta larga, esposte su ogni ripiano della vetrina. Il look e l'illuminazione demodé completavano il suo aspetto di bottega di altri tempi. Al suo posto è ora presente un negozio di pelletteria cinese.


79) Negozio per bambini
Corte Prima del Milion

immagine da google street view

Dove ora sorge l'osteria Barababao, era un tempo presente un'attività specializzata in prodotti per l'infanzia, con uno schieramento non indifferente di passeggini e carrozzine, tutti parcheggiati in vetrina. Ci passavo davanti spesso, essendo il negozio non lontano da dove abitavano in miei nonni, e sinceramente non avrei mai pensato avesse potuto chiudere.
All'epoca Venezia brulicava di bambini.


80) Ottico
Fondamenta dell'Osmarin

immagine da google street view

Concludo la puntata attuale narrando dell'ottico che fino a pochi mesi addietro aveva la sua attività in Fondamenta dell'Osmarin, a pochi passi dalla Scuola Armando Diaz. Quando frequentavo le Medie mi furono prescritti degli occhiali da vista, e superato lo shock di dover apparire secchione, andando quindi incontro ad un non facile destino a livello di rapporti sociali con i compagni, fui portato da mio padre all'interno di questa bottega, gestita da un suo caro amico. La scelta delle montature era estremamente limitata, e alla fine, non senza fatica, fui costretto ad optare per un fusto dorato con le lenti tonde dal sapore vagamente ottocentesco; inutile dire come quegli occhiali non li misi praticamente mai, nel timore di dover giustificare ai genitori probabili lividi che avrei ottenuto in un ambiente non facile come quello di un corso scolastico di transizione. Ma non si trattava soltanto di un ottico: il proprietario vendeva rullini fotografici e cancelleria; inoltre, su richiesta, faceva anche fotocopie. Nel corso degli ultimi anni, sono spesso rimasto davanti incantato a fantasticare su quello che a tutti gli effetti non era altro che un pezzo del passato stranamente incastonato in una situazione da terzo millennio: la vetrina impolveratissima, scaffali che avevano fatto il loro tempo, scatoloni stipati alla meglio all'interno dell'area vendita, luci a neon che definire fioche era un eufemismo. E l'anzianissimo proprietario, sulla porta, a leggere il giornale, completamente fuori dal tempo e dallo spazio che lo circondava. Non so cos'abbia aperto al suo posto, so soltanto che un altro pezzo della Venezia che fu, ahimè, se n'è andato per sempre.




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