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Topolini, Kombattini, Bim Bum Bam di Nino Baldan

5 maggio 2016

The Simpsons Wrestling (memorie a 32 bit)


Rieccoci insieme con la seconda stagione della rubrica legata delle memorie videoludiche, che questa volta si soffermerà...sui 32 bit. Ho infatti deciso di dedicare alcuni post ad una serie di videogiochi per (la prima) Playstation che mi sono casualmente tornati tra le mani aprendo gli scatoloni del trasloco, e che da più di un anno erano lì, ad accumulare polvere, nei meandri del mio sottoscala.
Non parlerò necessariamente di capolavori, ma di titoli che in qualche modo possano suscitare ricordi, critiche, impressioni; e ad essere sincero, voglio iniziare proprio con il primo gioco che mi è capitato per le mani: "The Simpsons Wrestling", del quale nemmeno ricordavo l'esistenza. E non è certamente un buon sintomo.

Concentrandomi per fare mente locale, si trattava certamente di una qualche offerta speciale, di un budget-game, di un cd prelevato dal cestone dell'invenduto. In caso contrario, aver sborsato una cifra superiore a quella di una pizza per la sola presenza della parola "wrestling" in copertina sarebbe stato piuttosto imperdonabile.

"The Simpsons Wrestling" fu lanciato nel 2001 (a Playstation 2 già uscita), sviluppato dalla Big Ape Productions Inc. e pubblicato dalla Fox Interactive.
Ma apriamo la custodia, ed inseriamo il cd nella console. Vista l'incomparabile capacitá di un supporto ottico come il cd in confronto alle amate cartucce del Nintendo 64, mi sarei aspettato per lo meno un'introduzione in full motion video nello stile della serie animata...e invece nulla: dopo i caricamenti di rito appare semplicemente una schermata. Questa.


Premo il tasto start, ed è così che mi si pongono davanti le "numerose" modalità offerte da questo titolo... che poi si limitano allo story mode (che altro non è che una sequenza di incontri), al VS mode, all'allenamento e basta. Forse riesco ad immaginare perché nella mia lunga memoria di videogiocatore (nonché di appassionato di wrestling) non sia rimasta traccia di un gioco come questo. Ma selezioniamo il nostro combattente tra i pochi disponibili dall'inizio.

Proprio una bella schermata. Forse ai tempi del NES.

Dopo un altro caricamento, ecco il gameplay: due personaggi realizzati in un simpatico cel-shading (per quanto la resa grafica, rappresentata con una risoluzione di 356x224, abbia piuttosto risentito del passare del tempo) si muovono all'interno di un quadrato veramente troppo grande. Più che muoversi, si rincorrono, compiendo nient'altro che balzi a destra e manca.

L'enorme ring di "The Simpsons Wrestling"

Con il quadrato si colpisce, con X si salta.
Nel wrestling si salta? Pur concendo agli sviluppatori una licenza poetica legata alla natura umoristica della serie, si tratta di una scelta che mi trova piuttosto perplesso, in quanto snatura non poco il concetto stesso di sport-entertainment. Probabilmente il termine "wrestling" è legato solo alla presenza di un ring, ma l'idea alla base della realizzazione di questo titolo si avvicina di più ad una sorta di "Smash Bros.", o di picchiaduro in 3d. Ci puó stare. Ma allora dateci oggetti, elementi del fondale con i quali interagire, mosse al di fuori di qualsiasi legge fisica. No, nulla di tutto questo: ci si rincorre saltando e colpendosi con X.

E gli altri tasti? Non si possono utilizzare sempre. Oltre alla classica barra di energia, è presente un secondo indicatore, che si carica durante il tempo di inattività: arrivato ad un certo livello permetterà di usare il tasto TRIANGOLO (attacco medio), e attendendo di più, il tasto CERCHIO (attacco forte). Ogni lottatore ha a disposizione delle mosse "tipiche", simpatiche da osservare, ma che alla fine non si rivelano tanto più utili della semplice e continua pressione di X.

Sfida in famiglia a colpi di salti

Con il tasto R1 si afferra l'avversario. Peccato che a differenza dei più blasonati titoli di wrestling della AKI, le successive opzioni si limitino ad un lancio verso le corde (con l'avversario che diventerà ingestibile, rimbalzando qua e là all'impazzata) e ad uno sbatacchiamento a terra.

In giro per il ring, di tanto in tanto, appariranno dei power up, che restituiranno l'energia perduta o aiuteranno il giocatore a formare la scritta TAUNT, che darà così diritto ad un periodo di invulnerabilità. Quando un wrestler finirà l'energia, cadrà a terra, e potrá essere "schienato" con la semplice pressione di L1. Perchè il virgolettato? Per il semplice motivo che spesso l'avversario si troverà con il ventre al tappeto, e non in posizione supina.
Amen, vale lo stesso.

Ecco a voi uno "schienamento"

Vinco il mio primo ed interminabile ed incontro...per scoprire che ogni match è strutturato al meglio delle due riprese: devo ripetere i salti e i colpi con X per un'altra volta, contro lo stesso avversario, di nuovo.
Mi armo di pazienza e vinco per una seconda volta, ma non ce la posso fare ad accollarmi altre due riprese di balzelli e pressioni di X: lo schema di gioco è troppo semplice e ripetitivo, non provo alcun interesse che mi spinga a continuare e spengo la console, provando una tanto agognata sensazione di sollievo.

Non basta la presenza delle voci dei doppiatori (americani) prima e durante il match per spingermi a consigliare questo titolo, neppure ai fan della serie. Ci saranno anche personaggi sbloccabili, d'accordo, ma il gameplay andava indubbiamente sviluppato in un altro modo, rendendolo veloce, vario, soddisfacente, distruttivo.

Ogni match è preceduto dalla presentazione dei wrestler

A questo punto preferisco giocare a "Super Botte & Bamba II Turbo", dove i round si susseguono veloci, le trovate umoristiche non si contano nemmeno, e si ha la sensazione di soddisfazione ogni qualvolta di colpisce un avversario; inoltre, la barra "speciale" si carica infliggendo danno, non aspettando. Perchè devo aspettare? Non dovrebbe trattarsi di un titolo arcade basato sull'immediatezza? Perchè non si puó nemmeno uscire dal ring? Perchè? Perchè?

Ora ho ben chiaro perchè non riservavo alcun ricordo relativo a questo gioco: ci feci probabilmente una sola partita, lanciandolo
subito dopo nella scatola degli intrighi (parola veneziana utilizzata per indicare gli ingombri) e maledicendo la cifra spesa per acquistarlo, che ancora mi auguro fosse stata il più possibile contenuta.

Aver pagato per questo titolo fu uno dei rimorsi più grandi della mia carriera videoludica, considerando soprattutto che giochi come "Super Botte & Bamba II Turbo" sono scaricabili gratuitamente.

Nino Baldan

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