È con somma gioia che vi comunico l'uscita ufficiale di "The Good, the Bad & the Funk", primo album di inediti della band veneziana Max and the Seventh Sound.
9 nuove tracce disco music anni '70 nel 2018, capaci di sfidare i decenni e di regalare ad ogni ascoltatore quella piacevolissima sensazione di jamais vu, che ci riporta indietro nel tempo facendoci rivivere questo sound come fosse la prima volta.
Oggi sono con Andrea Bon, chitarrista del gruppo, con il quale ho il piacere di celebrare questo traguardo facendo un'amabile chiacchierata in esclusiva per i lettori del Blog!
Troverete inoltre il teaser di anteprima e tutte le informazioni per acquistare l'album, inclusi i link per il download digitale! Siete pronti?
Innanzitutto ciao Andrea e grazie per essere con noi oggi sul Blog! Come prima domanda ti voglio chiedere: quando è nato il gruppo? Di chi è stata l’idea di formare una band disco music?
Andrea Bon - foto di Matteo Bevilacqua
I Max & The Seventh Sound nascono nel Novembre/Dicembre 2009, se non ricordo male... quindi ora che mi ci fai pensare significa che siamo in giro da quasi dieci anni, un bel record in questi tempi così frenetici!
In realtà credo di poter dire che la band è nata in maniera naturale dalle ceneri di un po' di progetti musicali precedenti, non è stata di certo studiata a tavolino. Alcuni di noi suonavano già assieme in altri gruppi: Mauro, Massimo, Alessandro (il nostro primo batterista e uno dei membri fondatori della band) ed io avevamo messo su un gruppo di cover Italiane anni 60/70; Dik Dik, Camaleonti, cose così, per puro divertimento. Con gli altri ragazzi ci eravamo già incrociati musicalmente; con Simone per esempio avevamo fatto qualche ospitata in qualche concerto ed esisteva già da tempo un rapporto di stima e una bella alchimia.
Poi le cose si sono evolute e abbiamo sentito l'esigenza di mettere su qualcosa di più serio, di più stabile, ma sempre con l'intenzione di divertirci e di divertire chi ci viene ad ascoltare. Non c'è nulla di più noioso che vedere una band che suona solo per fare il compitino e portarsi a casa la serata.
Forse all'inizio la nostra identità non era ancora così marcatamente improntata sulla disco, credo ci sia voluto almeno un annetto per arrivare ad un repertorio definitivo. Il look un po' sopra le righe, quello si invece l'abbiamo voluto fin da subito :)
Comunque si, ad un certo punto, ci è stato chiaro che la disco e il funky fossero la direzione in cui volevamo portare la band.
Una delle nostre particolarità, sin dall'inizio, è che ogni singolo componente arriva da esperienze musicali molto diverse tra loro.
Alcuni di noi arrivavamo dal rock, dal blues, Elisabetta arriva dal Gospel, Tony arrivava già da dieci anni di disco con i Disco Fever.
Francesco, nostro recente acquisto al basso, arriva da un'esperienza pluriennale nei SALALASALSA, Megghi da esperienze più intime come performance acustiche e pianobar.
Insomma, tante personalità e tante influenze che riusciamo a tenere in equilibrio, e forse da un certo punto di vista sono uno dei nostri punti di forza.
Non ci siamo mai considerati una "tribute band", non nel senso stretto del termine, perché non rendiamo omaggio ad un solo artista, ma ad un intero genere musicale.
Come hai potuto ascoltare, nel nostro repertorio (che ormai conta più di 60 pezzi!) non ci sono solo i classici della Disco anni '70, ma anche brani riconducibili ad altri filoni più moderni.
Avete una storia decisamente lunga, non c'è che dire! A quando risale la vostra prima esibizione?
Credo che la nostra prima esibizione come Max & The Seventh Sound risalga appunto a Dicembre 2009.
Avevamo messo su, con l'aiuto di un po' di amici, una sorta di musical ispirato a "A Christmas Carol" di Charles Dickens.
Eravamo ancora ad uno stadio embrionale, senza una nostra identità vera e propria.
E' un'esperienza che ricordiamo sicuramente con affetto, ma di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia da quel concerto.
Vi ho conosciuti durante una serata alla Gelateria Nico, dove prestavo servizio come cameriere. Qualche ricordo/aneddoto su quella location?
Abbiamo un sacco di bellissimi ricordi legati a quelle serate estive alla Gelateria Nico! Innanzitutto lo staff, Maurizio e tutti voi, sempre gentilissimi.
E poi la gente letteralmente impazzita per tutta la fondamenta, la gente che ballava nei vaporetti che passavano in canale della Giudecca!
Se non ricordo male qualcuno deve essere pure caduto in acqua..
Sono state delle serate memorabili, senza dubbio.
Memorabili sono state anche le attraversate di notte in barca per tornare a casa con la strumentazione; diciamo che col moto ondoso che c'è il Canale della Giudecca non è proprio il posto più tranquillo dove transitare con qualche migliaio di euro di strumentazione di barca...
E poi come dimenticare il "Nonno dei Bruscandoi"?
Un tipo piuttosto attempato che si offriva di darci una mano in loco e millantava la capacità di cucinare il risotto con i bruscandoli più buono del mondo. Qualche tempo dopo l'abbiamo beccato anche in un concerto a Marghera.
Prima o poi son sicuro che lo ritroveremo, secondo me è immortale.
Parlatemi delle serate di carnevale in Piazza San Marco, come siete riusciti ad esibirvi lì? Quali sono i vostri ricordi?
Abbiamo suonato in Piazza San Marco per ben tre volte: la prima nel 2012 e poi nel 2017 e nel 2018.
Ognuna delle tre serate è stata suo modo magica, un'emozione particolare perché non capita tutti i giorni di calcare un palco simile, davanti a 15/20000 persone.
Quando siamo stati chiamati nel 2017 a ripetere quella che fino a quel momento avevamo considerato una occasione unica e irripetibile, eravamo elettrizzati e l'abbiamo vista soprattutto come una coronazione del duro lavoro di questi anni.
Abbiamo dato il massimo e mi sembra che tutti abbiano apprezzato, dal pubblico all'organizzazione, infatti stiamo stati chiamati anche per il sabato di Carnevale del 2018 (serata della quale ho linkato un video ndr).
L'esibizione di quest'anno è stata credo la nostra preferita, eravamo particolarmente felici, concentrati e carichi al 150%.
Le stime ufficiale parlavano di circa 20000 presenze, un'energia indimenticabile.
Per chi se l'è persa, sappiate che abbiamo registrato tutto... chissà che magari prima o poi non decidiamo di farne un CD dal vivo!
foto di Matteo Bevilacqua
Dove provate? Dove registrate i vostri brani?
Proviamo a Burano, nella sala prove dell'associazione Centro Musica Burano.
Condividiamo lo spazio con altre band e quando possiamo cerchiamo di dare il nostro contributo alla vita musicale delle isole e di Venezia.
Crediamo sia un grande privilegio, per queste piccole realtà, quello di avere a disposizione delle sale prove autogestite che permettano ai giovani (e meno giovani!) di dedicarsi alla musica.
I brani li registriamo in sala prove oppure presso lo studio del nostro batterista Battista (chiamiamolo pure studio che fa figo, ma in realtà è la sua cameretta!) super equipaggiato per registrare e poi finalizziamo il tutto al Warm Music Studio di Michele Bon a Treviso.
foto (inedita) di Matteo Bevilacqua
Torniamo davvero indietro nel tempo, credo risalga al 2010, non mi ricordo nemmeno quali cover avevamo registrato!
Sicuramente qualcosa degli Chic e qualcosa degli Earth, Wind & Fire... ma non era un vero e proprio disco, più un demo con qualche pezzo per presentarci ai locali.
Discorso diverso invece per il "Live in The Studio" del 2015, in cui, come suggerisce il titolo, abbiamo suonato in presa diretta qualche brano singolo e un medley di quasi 20 minuti di pezzi di Diana Ross e Sister Sledge.. un tour de force parecchio interessante e divertente da suonare.
Ne abbiamo stampate circa 500 copie e credo che sia andato esaurito già qualche tempo fa.
E' stato un passo importante della nostra crescita come band, perché ci ha permesso di focalizzarci su alcuni particolari e di finalizzare un metodo di lavoro che da lì in poi abbiamo mantenuto per tutte le prove.
In tutto questo è stata di notevole importanza la figura di Michele Bon, che ormai consideriamo uno di noi, anche se non lo vedete sullo stage.
Ma avremo modo di parlare di lui in maniera più approfondita quando parleremo di "The Good, the Bad & The Funk".
Michele Bon - immagine da flickr.com
Come è nata l’idea di realizzare nel 2018 un disco di nuovi brani disco music?
In realtà è nato tutto quasi per scherzo. Qualcuno ha accennato un riff di chitarra, qualcun'altro ha canticchiato un possibile ritornello ed è nata "Shake and Boogie"... Dopodiché è scoccata la scintilla e siamo andati avanti spediti nelle composizioni, negli arrangiamenti e nelle registrazioni. Ci abbiamo messo un po' di tempo perché nel frattempo abbiamo dovuto comunque coniugare l'attività live della band, l'album e le nostre vite private, ma mi sento di poter dire che nel complesso la realizzazione del tutto è stata piuttosto lineare e senza grandi intoppi.
Anche la scelta di scrivere tutti i testi in inglese è stata naturale. D'altronde gli episodi di disco-funky in italiano non sono poi molti, e i risultati non sempre incoraggianti.
Ti devo confessare che l'idea di un disco di inediti targato "Max & The Seventh Sound" è sempre stata in qualche modo in un angolino della mia mente, aspettava solo il momento giusto per uscire allo scoperto.
D'altronde il bello della musica è proprio quello: metterti in gioco e dire la tua, condividere la tua visione delle cose, le tue esperienze.
Come ti accennavo prima, fondamentale è stata la presenza di Michele Bon, tastierista della storica band Le Orme qui in veste di arrangiatore e direttore artistico del progetto, che con la sua esperienza ha saputo incanalare il nostro entusiasmo e le nostre energie verso una direzione ben precisa.
Vedere "The Good, The Bad & The Funk" crescere settimana dopo settimana, sentire che prendeva una sua anima, una sua forma, è stata una delle esperienze più emozionanti che abbiamo provato come band.
Ora è lì fuori a disposizione di tutti e non vediamo l'ora di ricevere i vostri commenti, le vostre critiche, i vostri suggerimenti... tutto quello che arriverà sarà ben accetto.
Per noi è già una grandissima soddisfazione che un bel po' di gente abbia aperto le porte della propria vita alla nostra musica.
Siete una band dal dna veneziano...qual’è nello specifico la provenienza dei membri?
Veniamo tutti dalle isole, da Venezia centro storico e qualcuno dal litorale.. possiamo dire di tenere quindi i piedi ben saldi in laguna, alla quale siamo e saremo sempre legatissimi.
Com’è la giornata tipo di un musicista della band?
Beh, tieni conto che solo alcuni di noi sono musicisti professionisti; perciò la giornata tipo è molto simili a quella di chiunque abbia una passione molto forte per una qualsiasi attività.
Quindi eccoti una giornata tipo: andiamo a lavorare, poi andiamo a suonare oppure a far prove, oppure a registrare, torniamo a casa a notte fonda e ci alziamo all'alba per ritornare a lavorare.
Non mancano i sacrifici, le notte in bianco, i passaggi al volo per casa per fare una doccia e ripartire subito dopo. Non è sempre facile, ma di certo continueremo a farlo!
Un ringraziamento speciale va, non dimentichiamolo, alle nostre mogli, compagne, mariti, figli che ci supportano (e soprattutto ci sopportano!) in questa passione.
Grazie Andrea e buona fortuna con il lancio dell'album!!!
Download digitale - iTunes
"The Good, the Bad and the Funk" è disponibile in formato mp3 su iTunes a 8,91 €.
Nella stessa schermata è possibile scaricare anche i singoli brani al prezzo di 0,99 € ciascuno.
Download digitale - Amazon
L'album è in vendita anche sullo store digitale di Amazon al prezzo di 9,99 €
Oppure è possibile scaricare le singole tracce al prezzo di 1,29 € cadauna:
01) Shake and Boogie
02) Mr. Rockstar
03) Peace of mind
04) Funky Friday
06) Leave it behind
08) In the city
09) Higher tonight
Google Play
Sullo store Android le 9 tracce possono essere scaricate insieme a 8,49 € oppure singolarmente a 0,99 €
Spotify & Apple Music
L'intero album è disponibile per l'ascolto sulle piattaforme Spotify e Apple Music dopo la sottoscrizione dei rispettivi abbonamenti mensili.
CD fisico
Potete acquistare il CD fisico di "The Good, the Bad & the Funk" richiedendolo sulla loro pagina Facebook.
Nino Baldan
Complimenti Nico, una bellissima intervista. E complimenti anche ai ragazzi, che tra qualche mese festeggeranno i 9 anni di attività.
RispondiEliminaMi sto ascoltando le preview delle tracce, musica davvero intramontabile (peraltro un paio di anni fa il chitarrista degli Chic fece un nuovo pezzo e comparve in un sacco di featuring, a dimostrazione che la discomusic non morirà davvero mai)
Il sound "disco" ha lasciato un segno indelebile nella cultura musicale dei nostri giorni, e molti sono gli esempi di omaggio o tentativi di revival (oltre a quello da te citato, ascoltati anche la bellissima "Feels" di Calvin Harris del 2017). E diamola un po' di fiducia a questi ragazzi :)
EliminaEnergia pura!
RispondiEliminaCiao e benvenuta! Qual è per te il pezzo preferito dell’album? Iniziamo con i sondaggi :)
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