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27 agosto 2018

12 spot anni '80/'90 nei miei ricordi infantili (prima puntata)

Collage di immagini provenienti da quattro diversi spot anni '80 e '90

Amici del Blog! Eccoci con una nuova rubrica dedicata a tutti quegli spot televisivi anni '80 e '90 che per un motivo o per l'altro si sono indelebilmente incastonati nella nostra memoria, senza mai più volersene andare. 12 pubblicità che sono testimonianze di un periodo storico che ormai non esiste più, caratterizzato da una marcata sudditanza culturale statunitense, dal consumismo più sfrenato, ma anche da una florida imprenditoria italiana che garantiva un maggiore potere economico alle famiglie. Il tutto senza smartphone, internet o social network. Si stava meglio quando si stava peggio? O meglio: si stava davvero peggio allora? Bando alle ciance e tuffiamoci nel nostro viaggio nel tempo!



01) Crystal Ball


Iniziamo questa carrellata con uno dei jingle più martellanti del decennio ottantino, uno dei motivetti che nostro malgrado ci è rimasto in testa per tutto il corso della nostra infanzia... e oltre. Non c’era intermezzo pubblicitario che al suo interno non contenesse “con Crystal Ball ci puoi giocare”.

Crystal Ball aveva un odore che definire chimico era dir poco; me ne regalarono un paio di tubetti, con i quali subito provai a mescolare le gradazioni, ma quello che ottenni furono soltanto palloncini flosci e puzzolenti che finirono negli angoli più remoti della casa; tutta l’allegria e il clima festoso presenti nello spot rimasero per me qualcosa di sconosciuto.

Senza contare che i "mille colori differenti" in realtà fossero soltanto quattro. E che osservare dei bambini portarsi alla bocca dei tubetti di sostanze chimiche non può che riportare la mente scenari da periferia sudamericana degradata.  



02) Pisolone


Nonostante frequentassi ancora la scuola materna, il sacco a pelo dalle sembianze animali della Giochi Preziosi aveva per me un’insopportabile aura di immaturità che mi portava a guardare con vergogna chiunque ne fosse stato in possesso; la stessa parola "Pisolone" si era tramutata in un sfottó nei confronti dei miei compagni più infantili e mammoni. Ascoltate a 0:21 con che tono il pupazzo pronunci la parola “bombolone” e provate a darmi torto.



03) Tartufone Motta


Avevo già parlato di Mesamì, uno degli incubi più agghiaccianti della mia infanzia: quello strano uomo dalla pelle scura che parlava strano e gesticolava, costringendomi a nascondermi fino alla sua completa scomparsa dal teleschermo. Proprio per questo motivo non potevo non includere il Tartufone Motta tra gli spot presenti in questa carrellata.
"Mamma, se n'è andato Mesamì?".



04) Tabù


Ecco un’altra pubblicità incentrata su un uomo di colore, che non causava in me alcun trauma in quanto realizzata tramite cartoni, in una raffigurazione che gli americani chiamerebbero "blackface" e che da qualche decennio veniva già tacciata di imperdonabile razzismo. Nella mia fervida immaginazione infantile era (forse) proprio questo personaggio a intonare Gagiubè, la sigla di "Lunedifilm" che nella realtà era interpretata nientemeno che da... Lucio Dalla.



05) Fruit Joy


Non c'è due senza tre: ecco un terzo spot contenente una uomo dalla pelle scura, stavolta più bonario e rassicurante. Oppure (più probabilmente) ciò che prima mi appariva ignoto e inquietante aveva ormai assunto una connotazione più normale e quotidiana.
I miei interrogativi erano più incentrati sul colore della palla, a spicchi rossobiancoblù anziché arancione a tinta unita; il dilemma mi venne spiegato molti anni più tardi quando scoprii l'esistenza della ABA, federazione di basket alternativa alla NBA e attiva dal 1967 al 1976. Quelle erano le tonalità del suo pallone ufficiale.



06) Saila


Una colonna sonora da "Profondo rosso" accompagnava scene degne di "Poltergeist", con un uomo che veniva sbatacchiato di violenza dentro l'acqua per finire a distruggere un tavolino di un bar, tutto a causa di un'inquietante e malvagia vampira dai capelli corvini che lo baciava esclusivamente per trarlo in inganno.
Lo spot si concludeva con l'inquietante frase "il piacere che UCCIDE". Che UCCIDE??
C'era qualcuno che monitorava le pubblicità che andavano in onda? Oppure esisteva la piena libertà di traumatizzare a morte i bambini che si trovavano davanti al teleschermo?



07) Caldobagno Delonghi


Uno spot a dir poco onirico, che mi lasciava con la bocca aperta davanti alla ipotetica possibilità di immergersi nella vasca di casa e riapparire in spiaggia. Non posso negare di averci provato anche io durante il rituale del bagnetto, inevitabilmente interrotto da mia madre che con forza mi tirava su la testa per evitare che annegassi.
Allora è vero? Allora si può? Allora è mia madre che non vuole che io vada al mare?



08) Zucchetti


Ogni volta che nel corso della mia vita mi sono sentito sommerso dal lavoro, ho sempre citato questo spot. Trovandomi spesso, con somma delusione, di fronte a persone che per motivi anagrafici non l'hanno semplicemente mai coperto.



09) Pennello Cinghiale


Una pubblicità che persiste sui nostri teleschermi da tempo immemore, e che già negli anni '90 deridevamo per la sua vetustà, inequivocabilmente incarnata nel pessimo audio della frase con la quale si concludeva. "Cinghiale, la grande marca", che pronunciavamo con una mano davanti alla bocca per meglio simulare l'effetto vintage. Ne esiste anche una versione estesa, che personalmente non ho mai avuto modo di vedere.




10) Cedrata Tassoni


A braccetto con i pennelli Cinghiale andava la Cedrata Tassoni, caratterizzata da uno spot a dir poco transgenerazionale, accompagnato dalla voce di Mina che negli ultimi passaggi televisivi è stata sostituita da una versione midi dello stesso brano. Scelta commerciale o perdita dei diritti d'autore? A testimoniare la memorabilità della pubblicità, ne esiste una cover synthwave di recente realizzazione, pubblicata su Youtube da Pierluigi Fidanza.




11) Coca Cola


Chi non ricorda questo spot natalizio della Coca Cola? Fu in onda fin dalla fine degli anni '70, ne furono tratte cover e cori ultrà (indimenticabile per me il "Venezia Mestre alé alé" intonato dagli Ultras Unione intonato durante le tre stagioni in Serie A del Venezia, a cavallo tra gli anni '90 e '00). Alle elementari la maestra di inglese ci fece imparare la versione originale. O meglio: ci provò.


Pochi sanno che il tema fu tratto da un'altra pubblicità, datata 1971 e girata nientemeno che a Manziana, in provincia di Roma. Il governo del Sud Africa, allora in pieno apartheid, chiese alla Coca Cola Company una versione della pubblicità senza neri, ottenendo in tutta risposta l'uscita del gruppo da ogni investimento nel Paese.




12) Always Coca Cola


Terminiamo la carrellata restando in tema di Coca Cola, con la nostra unica incursione odierna nel decennio novantino. Questo spot apparve nei teleschermi di tutto il mondo a partire dal 1993; per l'Italia fu scelta nientemeno che la voce di Giorgio Vanni, che qualche anno più tardi sarebbe salito alla ribalta interpretando sigle cartoon come "Pokémon" e "Dragon Ball". Ascoltando la versione originale posso con certezza affermare che nessun altro casting vocale sarebbe risultato più azzeccato.


Nino Baldan


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6 commenti:

  1. Grande post Nino!

    Io dello spot Zucchetti ricordo quello del 1992, dove c'era la gnocca che poi alla fine si toglieva l'asciugamano davanti all'idraulico ahahah (idraulico che sembra il Bruce Campbell dei poveri).

    Dovendo scegliere il miglior spot, io voto Coca Cola di Natale, che associo agli splendidi Natali del passato; poi è testa a testa tra Crystal Bal, tabu' e Fruit Joy, proprio perché i jingle mi entrarono in testa immediatamente! Peraltro sia Tabu' che Fruit Joy mi piacevano un sacco.

    Lo spot della caldo bagno mi ricorda che, essendo bambino, la nudità ovviamente non provocava turbvamento sessuale, ma un mix tra curiosità e imbarazzo per chi si spogliava :D A quei tempi il nudo nella pubblicità, sia televisiva che cartacea, era frequente. Quella del caldobagno penso sia l'unico spot della storia italiana in cui accenna un nudo frontale maschile :D

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    1. Grazie Riccardo! :)
      Secondo me all’epoca c’era più spontaneità, ci si preoccupava meno di “cosa avrebbero potuto pensare i bambini”. Pubblicitá traumatiche, scandalose se vogliamo vederle con gli occhi di oggi, ma ci si “svezzava” probabilmente prima... Oggi esiste la fascia protetta, ogni opera destinata ai bambini è melensa e imbevuta di politically correct, con temi e linguaggio cosí semplici da risultare quasi da presa in giro...in compenso poi alle medie avviene un “salto” a piè pari nell’universo “adulto”, con griffe, social, sesso e spavalderia a go go...forse per avvenuta saturazione di contenuti infantili, chi lo sa...

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  2. Li ricordo quasi tutti.
    Ma lo sai che il Crystal Ball, per mia enorme gioia, è tornato fortemente in voga, adesso?
    Penso che lo comprerò a mio figlio. Ahahah
    Scherzo. Non sopportavo quell'odore.
    E poi dove sono i moralisti che rompono per l'olio di palma? Questi giochi erano salutari, giusto? ;)

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    1. A loro dire, avrebbero rimosso alcuni componenti in uso nei decenni passati (fonte: Wikipedia)
      Certo che una volta c’erano davvero meno preoccupazioni da parte dei genitori...quel prodotto puzzava di chimico e non poco! E noi lo maneggiavamo tranquillamente!

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  3. A parte quello Zucchetti che avevo totalmente rimosso, tutti gli altri ancora oggi vado a spulciarmeli ogni tanto sul tubo.
    Io avrei messo però quello della Morositas

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    1. Non è una classifica, bensì una selezione piuttosto casuale :) ci saranno altre puntate, quindi quello della Morositas arriverà :)

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