Gli anni '80 e gli anni '90: i due decenni intorno ai quali ruota gran parte del Blog, ciascuno con i suoi miti, le sue icone, la sua musica, il suo modo di vedere la vita.
Ognuno di noi ha i suoi ricordi legati ad essi: chi è più legato ad uno, chi all'altro, chi come il sottoscritto un po' ad entrambi, e questo per motivi anagrafici.
Sono infatti nato nel 1983: gli anni '80 li lego alla mia infanzia, alle prime memorie della mia vita, mentre i '90 rappresentano un po' il mio consolidamento all'interno della società.
Ma se mi chiedessero di scegliere quale dei due io preferisca... se mi venisse fatto il classico gioco della torre, "chi terresti e quale butteresti giù", come risponderei?
Nell'impresa di semplificare al massimo e riassumere due interi decenni in un solo post, ecco una mia veloce visione di entrambi i periodi. Seguirà la mia scelta.
Gli anni '80
immagine da massimoemanuelli.worldpress.com
Gli anni '80 rappresentarono per gli Italiani un vero e proprio secondo boom economico: dal 1984 in poi il nostro Paese ebbe una notevole ripresa con l'abbassamento del prezzo del petrolio, l'esplosione del terziario e quella del settore privato.
Gli Stati Uniti erano il nostro fido faro all'orizzonte in un mondo ancora spaccato a metà dalla Guerra Fredda; ogni moda a stelle e strisce entrava in maniera acritica e immediata nella nostra quotidianità (vedi: musica italo disco), ovunque imperversava un inguaribile ottimismo. Si diffusero le televisioni private, alimentate dalla pubblicità, che come obiettivo primario avevano quello di intrattenere. Fu il decennio di Platini, di Maradona, di Van Basten. E il wrestling presentava personaggi pittoreschi, sopra le righe, destinati ad un pubblico di famiglie: Hulk Hogan il buono contro il cattivo di turno. Come Rocky, come Indiana Jones, come la maggior parte delle produzioni del periodo.
Negli anni '80 si giocava a 8-bit con Nintendo NES e Sega Master System.
Gli anni '90
immagine da it.wikipedia.org
Dagli anni '90 in poi, il modo di vedere la vita cambiò: caduta l'Unione Sovietica e riunito il mondo in un unico blocco, si iniziò ad immaginare un presente di pace e solidarietà tra i popoli. Nella musica e nei media si ebbe una riscoperta dei temi, delle sonorità etniche e naturali, preferite all'allegro chiasso del decennio precedente. Iniziò una maggiore consapevolezza verso l'ambiente e le minoranze, cominciò a prendere piede il concetto di politicamente corretto, che porterà di riflesso ad una corrente mediatica dissacrante, dapprima con i Simpson e poi con South Park e la WWE del periodo Attitude.
E proseguendo sulla strada tracciata negli anni '80, la nostra Serie A fu ancor di più il centro dell'Europa calcistica: 2 Coppe dei Campioni, 6 Coppa Uefa e 3 Coppa delle Coppe furono sollevate dalle nostre compagini. Furono gli anni di Mai Dire Gol.
Gli anni '90 furono il decennio del Super Nintendo, del Game Boy, del Mega Drive ma soprattutto della prima Playstation, arrivata in Europa nel corso del 1995.
Come ho anticipato nell'introduzione, per diversi motivi sono legato ad entrambi i decenni; e la visione che ne ho è inscindibilmente legata alle mie esperienze personali.
Qualcuno potrà farne un giudizio sulla carta, ma se i periodi li si hanno vissuti, sarà molto difficile non farsi condizionare.
immagine da noidegli8090.com
Negli anni '80 frequentavo ancora la scuola materna (andai in prima nell'89), e tutto mi appariva "nuovo" e "bello". Non avevo alcuna esperienza pregressa: la testa e l'orecchio mi sono in pratica stati forgiati dai mille colori e dalle allegre sonorità del decennio.
Gli anni '90 sono stati per me un po' il "sto diventando grande, lo sai che non mi va" dei "Righeira", come se la festa fosse terminata e si prospettassero sempre maggiori responsabilità, sempre meno spensieratezza.
Gli anni '90 erano senza dubbio più "adulti" degli anni '80, pure la italo dance aveva per me una patina di coolness in più rispetto alla italo disco; d'altronde era pure per me il periodo delle prime scoperte, dei primi argomenti non più da bambino, delle medie, delle superiori, delle prime scorribande con gli amici.
immagine da rollingstone.it
Oggi rigiocherei più volentieri al Super Nintendo rispetto al NES; guarderei più volentieri il wrestling anni '90 con la sua maggiore profondità creativa rispetto allo scontro buono-cattivo degli anni '80, che non riuscirebbe più a catturare a sufficienza la mia attenzione.
Ma se dovessi prendere una decisione, io dico: io scelgo gli anni '80.
Perché gli anni '80 mi hanno fatto da genitore, ed è stato bellissimo essere un bambino in quell'ottimismo, in quei colori, in quella spontaneità. E sebbene ci siano alcuni aspetti degli anni '90 che io possa reputare oggettivamente migliori, per nulla al mondo li sostituirei ai ricordi che invece ho effettivamente raccolto con i giocattoli, la musica e i programmi del decennio ottantino. Sì, c'era meno, ma tutto permeato da un magico e coloratissimo entusiasmo pionieristico che mi ha preso per mano e introdotto nella vita.
E voi cosa scegliete? Anni '80 oppure anni '90?
Nino Baldan
Leggi anche:
. Essere "vecchi" a 35 anni? Considerazioni
. La mia scuola materna negli anni '80
. 12 giocattoli anni ‘90 che hanno segnato la mia tarda infanzia
Secondo me è una scelta impossibile.
RispondiEliminaIo son dell'idea che il periodo 1986-1995 sia quello più bello e con le caratteristiche simili :).
Penso ai cartoni animati, ad esempio.
Puo' darsi che sia una mia sensazione sbagliata, dovuta al fatto che quel periodo sia stata la mia fanciullezza :)
Siamo coetanei: avrei scelto anch'io il periodo 1986-1995, proprio per la ragione da te spiegata! :) Sono i tronconi dei due decenni che abbracciano la parte finale della mia infanzia e quella iniziale della mia adolescenza.
EliminaMa dovendo fare UNA DIFFICILE SCELTA tra due epoche, due filosofie, due modi diversi di vedere la vita, anche se sicuramente influenzato dai miei ricordi, ho scelto gli ANNI '80 :)
Nino, bel post e bella descrizione di entrambi i periodi.
RispondiEliminaAnche io sono del 1983, come sai, e sinceramente non saprei cosa dirti.
Non posso scegliere, sarebbe come scegliere la mia vita in Puglia o la mia vita in Abruzzo.
Oggi, ti dico, avevo voglia e sensazione -completamente slegato alla lettura di questo post, che ancora non avveniva- di fine anni '90.
Della mia cameretta, dei ricordi del liceo e degli scout.
In estate, invece penso all'Abruzzo, alla fine degli anni '80 o ai primi '90.
Moz-
Ti ringrazio Miki per il tuo intervento!
EliminaIl mio obiettivo era spingere i lettori a fare una scelta "di campo" tra due periodi, tra due culture completamente diverse: gli '80 e i '90... ma capisco che alla fine il giudizio di ciascuno non possa prescindere dalle esperienze personali.
Noi che siamo cresciuti a cavallo di entrambi i decenni tendiamo a non esprimerci: d'altronde il nostro momento magico "dei primi ricordi", "delle prime scoperte" l'abbiamo oggettivamente vissuto tra l'85/86 (inizio della scuola materna) e il 95/96 (fine della scuola media).
Sono sicuro che le classi del '77 e dell'87, che per una coincidenza cronologica hanno fatto combaciare questa loro età con un decennio ben definito, non avrebbero problemi a dire "OTTANTA" o "NOVANTA".
Sarei curioso di leggere l'opinione di qualche lettore cresciuto negli '80 ai quali però preferisca nettamente i '90, o viceversa. E anche il giudizio su entrambi i decenni da parte di qualcuno che, più giovane o più stagionato, non li ha vissuti durante l'età della crescita.
Eh, lo so... io anzi ti direi che amo il decennio estate 1986- estate 1996... quella è stata la magia della mia vita, irripetibile, ricca e bellissima.
EliminaMoz-
Concordo con te, anni 80 anche per me. Ma se ci fossero anche 50, 60 e 70, voterei i 60! Non li ho vissuti ma negli anni 80 c'era la nostalgia 50-60, come oggi per gli 80-90, tanto da farmi crescere con decine di film (senza dimenticare Happy Days) ambientati in quei 2 decenni. E poi c'erano le repliche, centinaia di repliche! Senza omettere i racconti dei miei. Ma che ne sanno i bambocci di oggi, che seguono solo il nuovo? Quindi è come se li avessi vissuti!
RispondiEliminaDico 80 anche perché i 90 li apprezzo a metà, dalla fine del '95 inizia il declinio che ci ha portato ai 2000, a partire dalla musica che per me muore dopo l'estate del' 95, salvo rare eccezioni.
Grazie della tua opinione, Emanuele! Quindi la tua è proprio una scelta culturale più che anagrafica... Anche io ho scelto "ottanta", per il loro ottimismo, per il loro entusiasmo, per la loro genuinità e a volte ingenuità.
EliminaConcordo nell'associare i "novanta" ad un "inizio di declino" che ci ha portati ai 2000: ormai la macchina commerciale nata in maniera pionieristica nel decennio precedente stava cominciando a diventare "collaudata", perdendo la sua freschezza, appellandosi a sentimenti sempre più "bassi" (ed ecco, forse, il perché della sensazione di "coolness" che a mio avviso permea il periodo).
Per quanto riguarda la musica, sì, in effetti non ricordo nulla che mi abbia toccato in particolare dopo il '95, dopo ovvero la prima ondata di "italo dance" nella quale, pur in chiave più "cool", ritrovavo melodia e spensieratezza abbastanza "ottantine".
La seconda ondata della "dance anni '90" la colloco dal tardo 1998 fino al 2004, e ci ha portato gli Eiffel 65, i Soundlovers, Mabel, Billy More; la salvo sia per motivi personali (in quel periodo stavo vivendo la mia vera adolescenza: uscite con gli amici, serate fuori, prime esperienze sentimentali) che musicali (schema di bassi in 4/4, melodie molto orecchiabili). Dal 2004 in poi, il nulla assoluto.
Invito tutti quelli ai quali la "dance anni '90" non dice niente di guardarsi qualche video commerciale dell'epoca e di paragonarlo a qualcosa di contemporaneo: ragazze in pantaloni e top sportivi che NON sculettavano, NON ammiccavano, non ponevano la mera sessualità davanti agli occhi del potenziale cliente; ragazzi SENZA tatuaggi in vista, SENZA atteggiamento da gangster ma soprattutto SENZA una costante ostentazione della ricchezza. Nonostante il clima più "cool" rispetto al decennio precedente, l'atmosfera generale era comunque più innocente e genuina, in particolare modo se confrontata a quanto ci viene sottoposto ora dai mass media.
A prescindere dunque da un discorso puramente "anagrafico", che ci fa comunque preferire a tutti gli altri il periodo nel quale siamo cresciuti, vedo comunque un declino culturale che si è perpetuato decennio dopo decennio.
Ti invito a leggere anche questo mio post: Essere "vecchi" a 35 anni? Considerazioni che analizza proprio le medesime questioni.
Esatto, è una scelta culturale, non avrei saputo dire di meglio!
EliminaConcordo anche sulla seconda ondata anni 90, era il periodo in cui cominciavo ad andare a ballare, coi primi tentativi di rimorchio.
Idem per la genuinità degli artisti.
Mi segno il post e appena ho un po' di tempo, corro a leggerlo 😉
Io sono del 1977, e, forse fin troppo prevedibilmente, voto 80s 😊Oggi che ho quasi 42 anni, se mi volto indietro a pensare a com'era una volta, gli anni 90 li ricordo piacevolmente grosso modo fino al 1996, poi già meno, invece gli anni 80 mi tornano alla memoria con tutto il calore e il sapore della nostalgia che ristora il cuore. Forse perchè ho avuto una infanzia bellissima e serena, e tante persone e cose, o per meglio dire contesti e situazioni, che c'erano quando ero bambino, già alla fine degli 80s iniziavano a non esserci più.
RispondiEliminaGrazie della tua opinione, Francesco!
EliminaPer noi che siamo cresciuti a Venezia, poi, la nostalgia ha tutt'altro sapore: parliamo non solo di mode, tendenze e stili musicali, ma di una città viva con i suoi abitanti che ora non esiste più...