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16 luglio 2019

Le 4 volte in cui Maurizio Mosca fece "arrestare'' i telespettatori (momenti televisivi)

Maurizio Mosca, indimenticato opinionista televisivo

Chi non ricorda Maurizio Mosca, il pirotecnico opinionista televisivo che negli anni '80, '90 e 2000 imperversava nei processi calcistici del panorama catodico italiano? La sua scomparsa avvenuta nel 2010 non cancella i ricordi di questo personaggio sopra le righe, del suo pendolino col quale "prevedeva" i risultati delle partite e di alcuni surreali episodi che lo hanno visto protagonista.

Mosca proveniva dalla Gazzetta dello Sport dove svolgeva il ruolo di caporedattore (e di direttore ad interim dal 1981 al 10 marzo 1983). Ma la sua avventura alla Rosea finì in maniera a dir poco burrascosa: pubblicò una presunta intervista che mise in bocca al calciatore Zico la frase "Platini, sei finito". Il fuoriclasse brasiliano sostenne di non aver mai utilizzato tale espressione, e di non aver mai addirittura incontrato il giornalista. 

Maurizio Mosca si difese denunciando la presenza di un complotto ai suoi danni, lasciò la Gazzetta e si dedicò completamente a quel mondo televisivo che ormai frequentava in pianta stabile almeno dal 1979.
E oggi parleremo di un leitmotiv dell'opinionista romano: ecco a voi le 4 volte in cui Maurizio Mosca minacciò di denunciare e far arrestare i telespettatori.



1) La cocaina



Il primo episodio è anche quello più celebre, rilanciato dalla Gialappa's e più volte ripubblicato all'interno di vari canali social.

Mentre Mosca si trovava alla lavagnetta, giunse in studio la chiamata di un telespettatore che lo accusava di ipocrisia: sebbene in studio criticasse Maradona per la droga, sarebbe stato visto in Piazza Aspromonte ad acquistare 400 mila lire di cocaina.

Comprensibilmente, l'opinionista chiese alla regia di risalire alle generalità dell'accusatore. Ma quello che successe dopo fu a dir poco esilarante: Maurizio Mosca se ne tornò dopo la pubblicità sostenendo, in un'escalation di assurdità, che il telespettatore fosse già stato arrestato e che si trovasse "in galera".

In un Paese come il nostro, famoso per la sua giustizia-lumaca, le Forze dell'Ordine e il sistema giudiziario sarebbero in grado di emettere una sentenza in meno di quattro minuti perché "tutti i telefoni sono controllati, per cui immediatamente scatta un controllo con la polizia che arriva a casa e vi arresta". Manco nella Germania Est.



2) La guardia di Finanza



Nel corso di "91° Minuto", altro programma di Telenova, giunse una telefonata di un telespettatore di Como che si presentò come Maurizio. Alla battuta di Mosca sul suo "bel nome", questi rispose che gli piacerebbe però avere la metà dei suoi soldi.

E riecco il collaudato quanto improbabile siparietto: l'opinionista sostenne che l'indomani un "intendente" della Guardia di Finanza avrebbe fatto visita all'autore del commento per verificare la regolarità dei suoi conti.

Infine, Maurizio Mosca sminuì il suo patrimonio alludendo ad una misteriosa ricchezza di tutti i telespettatori, rei di andare a casa sua e chiedere "cinquecento mila lire" per ogni cosa.



3) "Le bestemmie di Del Piero"



Sempre Telenova, sempre "91° Minuto": un telespettatore telefonò per condannare l'atteggiamento di alcuni calciatori che, come Del Piero, avrebbero bestemmiato durante le interviste a "Guida al Campionato". Davanti ad un fatto palesemente non veritiero, Maurizio Mosca reagì negando: il suo interlocutore smorzò il tiro cimentandosi in un improbabile mirror climbing: magari non era proprio "Guida al Campionato", ma comunque "un programma di Italia 1", o "Guida al Campionato o Studio Sport".

Fu qui che l'opinionista fece scattare il memorabile "Marisa prendi nome e cognome" e, come in un deja-vu, ecco riemergere le minacce di denuncia per un processo per direttissima che si sarebbe svolto il giorno seguente: "tacchete, polizia a casa, denunciato, domattina in tribunale".



4) In "Tifosi" contro Massimo Boldi



Per concludere, ecco il film "Tifosi" del 1999 con Maurizio Mosca nel ruolo di se stesso.

A telefonargli stavolta troviamo Silvio Galliani, lo sfegatassimo tifoso rossonero interpretato da Massimo Boldi: contrariato per il pronostico avverso al Milan, il comico accusò l'opinionista di parteggiare per i nerazzurri con l'emblematica frase "il tuo pendolo pende per il pelato brasiliano" riferita ovviamente a Luìs Nazàrio de Lima, allora in forza all'Inter.

Maurizio Mosca dimostrò una grande autoironia interpretando, in pratica, la propria caricatura: riecco la richiesta delle generalità con promessa di denunciare lo sfrontato telespettatore questa volta ai Carabinieri.


Maurizio Mosca non c'è più dal 2010, ma il suo personaggio rimarrà per sempre impresso nella memoria degli Italiani. Al punto da venir involontariamente citato da Matteo Renzi.

Nel 2018 l'ex Presidente del Consiglio (del quale avevamo già parlato in occasione di una sua partecipazione a "La ruota della fortuna" reagì in modo tutt'altro che dissimile di fronte ad un utente che lo aveva accusato di aver fatto sparire fondi per il terremotati.
Guardare per credere.


Nino Baldan


Articolo precedente:
. "Non è la Rai" e la truffa del cruciverbone


Leggi anche:

. Lo scherzo dell'incidente del figlio di Sandra Milo

. Matteo Renzi a "La ruota della fortuna"

. Sgarbi prende uno schiaffo da D'Agostino

4 commenti:

  1. Aahah Maurizio Mosca, mitico.
    Ovvio che si trattava di supercazzarate da due soldi, già che ha lasciato la Gazzetta per diventare un personaggio tv di questo tipo la dice lunga.
    All'epoca si poteva dire/fare, CHI avrebbe mai controllato?
    Magari erano anche cose costruite ad arte... :)

    Moz-

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    1. Ora ci sono fonti consultabili in tempo reale, gli interventi non avvengono più "per telefono" ma si leggono i "tweet", ponendo un filtro preventivo su quello che possa o non possa andare in onda. Ricordi lo scherzo dell'incidente del figlio di Sandra Milo? Si risalì che la telefonata fu fatta dal magazzino romano della ditta dolciaria Alemagna, ma nessuna delle dipendenti ammise di aver chiamato.

      L'avvento di internet e dei "social" ha messo fine ad una situazione mediatica "casereccia" nella quale chiunque aveva la possibilità di raccontare, accusare e millantare. Un'universo che proprio per la sua "genuinità" manca un po' a tutti: chiunque poteva chiamare e dire ciò che voleva in diretta, e spettava al conduttore il compito di "padrone di casa" e la responsabilità di gestire l'accaduto.

      Cose costruite ad arte?... Sai che da quando mi hai fatto riflettere su una possibile "combine" al cruciverbone di "Non è la Rai" anch'io sono diventato molto più sospettoso su tutto? :D

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    2. Beh, se ci aggiungi i dubbi sulla telenovela piemontese e tutto il resto... in tv non c'è niente di vero.
      Anche la questione dello scherzo alla Milo mi puzza (pure se lei rischia di cadere dalla pedana...)

      Moz-

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    3. ...la telenovela piemontese... :D

      All'epoca non ci facevamo neppure caso, ma riguardandola oggi appare quantomai "sospetta". Cioè: quale proprietario di rete avrebbe avallato una simile trashata, tra l'altro NON espressamente comica? :D

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