È con noi Alessio Carmignani di ritornoalfuturo.it, un sito interamente dedicato alla trilogia con Marty e Doc che consiglio caldamente di visitare (e al quale ho avuto il piacere di dare il mio contributo).
Nel post odierno il nostro ospite prenderà in esame l'arte tutta italiana di sostituire - a volte stravolgere - i titoli dei film per ottenere un maggior successo al botteghino: alcuni casi sono noti a tutti, altri... un po' meno. Tuffiamoci quindi nella lettura e scopriamo ogni retroscena che si cela dietro i titoli italiani di alcune tra le pellicole più famose degli ultimi decenni!
Oggi sempre più film stranieri arrivano in Italia e mantengono il titolo in lingua originale. Personalmente però ho sempre preferito i titoli tradotti, perché a mio avviso un titolo in italiano si ricorda più facilmente, anche a distanza di anni dall’uscita. Fanno eccezione ovviamente titoli famosi di una sola parola, specie se nomi di persona o di luogo.
Tanti titoli di film però non sono stati tradotti alla lettera ma proprio cambiati, per svariati motivi, spesso incomprensibili. Se alcuni titoli potevano andare bene molti altri hanno lasciato perplessi, per non dire contrariati.
Potrei stare qui a fare un lungo elenco di titoli insoliti e fantasiosi, specialmente se andiamo a esplorare film horror e b-movie, ma per non annoiarvi farò solo alcuni esempi di film noti, giusto per rendere l’idea.
Nel 1991 è uscito “Home alone” con quella che poi è diventata una star Macaulay Culkin. In Italia chissà perché è stato intitolato “Mamma, ho perso l’aereo”. Tra l’altro non è tanto Kevin che perde l’aereo ma i suoi genitori che si dimenticano di lui. Il titolo comunque è stato efficace per attirare le famiglie al cinema e il successo del film ha fatto sì che molte commedie siano state intitolate in maniera simile, con la parola “Mamma” all’inizio.
Il film “Die hard” del 1988, con Bruce Willis, in Italia è diventato “Trappola di cristallo” e fin qui potrebbe essere stata una scelta azzeccata, se non fosse che il film ha avuto successo e ha dato inizio a una delle saghe più memorabili del cinema, dove ogni film però cambiava ambientazione. In Italia dunque si è posto il problema del titolo. Alla fine “Die hard 2” è diventato “58 minuti per morire” e solo dal terzo film è stato lasciato il titolo “Die Hard”.
Nel 1990 è uscito il film “Total recall”. Poiché era un film d’azione (seppur fantascientifico) interpretato da Arnold Schwarzenegger bisognava far risaltare i suoi muscoli e la sua forza, quindi il titolo è diventato “Atto di forza”. Questo è un esempio eloquente di come in Italia si sia adottato ogni espediente pur di attirare le masse nei cinema, come evidenziare ciò che attrae e fare titoli a effetto.
Il film “L’attimo fuggente” (1989), che in originale si intitola “Dead poets society”, è stato uno dei rari esempi in cui il cambio totale del titolo sia risultato efficace. Anzi il titolo italiano oltre che essere azzeccato è rimasto impresso nella mente. Se il film si fosse intitolato “La società dei poeti estinti” avrebbe avuto di sicuro meno effetto.
Per il film “Mad Max” del 1979, uscito in Italia col titolo “Interceptor”, la storia è stata simile a quella di “Die Hard”. In originale il titolo era il nome dell’eroe protagonista, in Italia invece è diventato il nome dell’auto del protagonista, un’auto potente che quindi non poteva che attirare maggiormente l’attenzione del pubblico italiano.Solo che anche in questo caso, dato il successo del film, è iniziata una saga e dal terzo film tale auto non c’era più. Dal terzo film quindi è stato lasciato il titolo originale aggiungendo il sottotitolo in italiano.
Il caso più clamoroso è stato sicuramente quello del film “Eternal sunshine of the spotless mind” del 2004. E’ un film fantastico con tratti drammatici e sentimentali, interpretato da Jim Carrey e Kate Winslet. In Italia è stato distribuito come una classica commediola col titolo “Se mi lasci ti cancello”, con tanto di protagonisti sorridenti nella locandina. In Italia Jim Carrey era quello di “Ace Ventura” e “Scemo e più scemo”, quindi di sicuro per attirare il pubblico dei ragazzi hanno pensato bene di dare un’immagine più spensierata al film. Jim Carrey però ha interpretato anche molti ruoli drammatici e bene. E’ stata dunque un’azione fuorviante oltre che sminuente per il film. Io stesso non lo avevo mai visto proprio perché mi dava un’altra idea di film.
Un altro caso eclatante è stato quello del film “Deuce Bigalow – European gigolo”, del 2005, in questo caso sì una commedia leggera, che in Italia è diventato “Deuce Bigalow – Puttano in saldo”. Ogni commento è superfluo. Già nella locandina poi c’è la Torre di Pisa in quella posizione a creare allusioni di un certo tipo. Penso sia più famosa la locandina del film.
Tra l’altro pochi sanno che era un sequel, del film “Deuce Bigalow – Male gigolo”, del 1999, che in Italia è stato distribuito col titolo “Gigolò per sbaglio”. Quindi c’è da chiedersi anche perché non sia stato intitolato “Gigolò per sbaglio 2”.
Anche per la famosa saga dei “Pirati dei Caraibi” è successo un pasticcio all’inizio. Il primo film “Pirates of the Caribbean – The curse of the black pearl”, del 2003, è stato intitolato “La maledizione della prima luna”, traducendo, anzi interpretando il sottotitolo, ma il film ha avuto successo e ha creato una saga nota a tutti con il franchise “Pirates of the Caribbean”. Dal secondo film il titolo è rimasto “Pirati dei Caraibi” aggiungendo di volta in volta un sottotitolo. Non mi soffermo sui sottotitoli dei vari capitoli perché anche questi sono stati cambiati lasciando qualche perplessità allo spettatore più attento.
Potrei andare avanti ma mi fermo qui. In generale ammiro la fantasia di coloro che hanno creato titoli rimasti nella mente per anni. Poi ovviamente alcuni titoli di film sono stati azzeccati e alcuni un po’ meno.
Per tutti gli altri titoli… Ammetto che forse non è un male che il titolo rimanga in lingua originale.
Alessio Carmignani
ritornoalfuturo.it
alessiocarmignani.it
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