In una città da 28 milioni di turisti l'anno c'è un palazzo di 2.200 metri quadri che da luglio 2018 versa in uno stato di totale abbandono.
Ripercorriamo la storia di Coin e di quanto ha rappresentato per i Veneziani. Soprattutto nel periodo di Natale, quando le sue vetrine sfavillavano di mille luci e decorazioni.
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Ringrazio come al solito Paolo Pradolin, Mattia Cagalli e l'intera redazione del giornale per lo spazio che mi è stato concesso!
Nino Baldan
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Letto l'articolo.. Ricordo il negozio, era veramente molto bello, seppure dopo sia diventato troppo "lussuoso". E' un vero peccato che ci siano situazioni del genere a Venezia, forse sono rimasti fregati dall'apertura del Fontego dei tedeschi, che più o meno è la stessa cosa
RispondiEliminaDiciamo che con la trasformazione in Coin Excelsior lo stabile ha inseguito una fascia "intermedia" ormai è in via di estinzione...
EliminaLo chiamavano "lusso accessibile", ma al giorno d'oggi chi "sta bene" cerca gli articoli esclusivi a tre, quattro cifre, mentre chi "sta meno bene" guarda al risparmio, alla convenienza...
Quella formula, a mio avviso, sarebbe stata perfetta negli anni '90. :)
Eh sì Monica... Un vuoto nel pieno centro della città... :(
RispondiEliminaBuon 2020 anche a te, Monica!!!
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