Da ieri è finalmente scattato l'allentamento delle restrizioni anti-covid, con conseguenti "riaperture" al pubblico di negozi e ristoranti. Ma qual è la situazione nel Centro Storico di Venezia, una città che non può contare sui turisti se non quelli dell'entroterra veneto?
Avranno "riaperto" proprio tutti? Su "La Voce di Venezia" il mio viaggio tra zone dove aleggia la normalità e altre completamente desertificate.
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Ringrazio come sempre Paolo Pradolin, Mattia Cagalli e la redazione del giornale per lo spazio che mi è stato concesso!
Nino Baldan
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Sicuramente fa strano, eh.
RispondiEliminaUna città abituata alla vita... ma vedrai che già dal 3 qualcosa cambia in meglio.
Dai!
Moz-
Qui a Venezia abbiamo bisogno sì, di (pochi e buoni) visitatori, ma soprattutto di RESIDENTI che RIPOPOLINO la città: Il turismo è un'industria troppo volubile!
EliminaSe la pandemia fosse capitata negli anni '70, '80 o '90, intere zone avrebbero ricominciato a vivere già dopo il lockdown: panifici, mercerie e negozi di giocattoli non avrebbero avuto problemi a ripartire!
Caro Nino, io non sono nel commercio, perciò non ho il polso della situazione. Da semplice cittadino e osservatore delle cose della mia città, devo dire che non ho riscontrato grandissimi cambiamenti nel panorama diciamo economico/sociale da gennaio a oggi, o addirittura dal post acqua alta (novembre 2019) a oggi. Il cambio radicale in ciò che si trova girando per Venezia, l'ho riscontrato giá mesi fa, purtroppo. La città appariva deserta, strana, svuotata, giá alla fine dell'anno scorso, anche per la cattiva pubblicità creatasi dopo l'alluvione di novembre. Una volta, poi, entrati e parzialmente usciti dall'era covid, non ho notato grosse differenze. In queste settimane ho avuto modo di andare nelle zone di San Marco e Castello, dove ho ancora il medico di famiglia. Ebbene: Bragora, San Francesco della Vigna, Santa Maria Formosa, San Filippo e Giacomo, Mercerie, tutto molto avvilente e desertificato. Siamo entrati in questa nuova fase parziale da poco più di 24 ore, ed è da sabato che non attrAverso il canale della Giudecca 😊Tuttavia almeno qua in isola, a parte i tavolini messi sul plateatico dai bar e ristoranti (semivuoti), non ho notato situazioni diverse da prima della riapertura. Vero, i negozi di vicinato forse sono tra i pochi che anche durante la pandemia erano operativi, essendo però quasi tutti (tra i pochissimi rimasti) di generi alimentari. Non so dire se la piccola merceria, la piccola cartoleria, ecc. stiano tornando a pieno regime o meno...Fatto sta che la grassa mucca veniva munta all'inverosimile, fino a pochi mesi orsono, ho amici e conoscenti che si sono buttati a capofitto in attività di locazioni turistiche, nel 2018, nel 2019, e ora si trovano con debiti e senza clienti... forse troppo sprovveduti, troppo convinti che il business turistico potesse durare in eterno. Intendiamoci, penso che il tutto si rimetterà in moto, ma temo che non ci sarà più una fetta di torta per tutti, perché la torta sarà molto più piccola...
RispondiEliminaSì, è vero Francesco: a novembre la città era già in qualche modo "svuotata", ma i negozi di souvenir/pasta to go/pelletteria erano regolarmente aperti... Quello che mi ha fatto "strano" è percorrere anche decine, centinaia di metri e trovarmi ancora in "lockdown": immaginavo una flessione, ma non di questo tipo!
EliminaA rimanere aperti ci sono le farmacie, i ferramenta, i tabaccai e le altre attività che hanno subito, sì, un contraccolpo, ma che molto probabilmente si riprenderanno. E sono anche gli ultimi frammenti della Venezia che ricordiamo, unici fari della nostra memoria in un mare di negozi stereotipati e tutti uguali che ora, senza il turismo di massa, non hanno più la linfa per sostenersi.
Neppure io credo che ci sarà più "una fetta" per tutti: tutto era indissolubilmente legato ai fatidici "28 milioni di visitatori l'anno", che magnete dopo magnete, trancio di pizza dopo trancio di pizza permettevano a queste attività di sopravvivere.
Spero che da tutto ciò possa nascere "un'altra Venezia" nella quale chi ha una maggiore professionalità possa FINALMENTE emergere senza venir soffocato "da chi si accontenta di meno" e "da chi è disposto a maggior sacrifici" nel mercato al ribasso che si era venuto a creare.
Locazioni turistiche comprese: avevo scritto un articolo che spiegava la situazione dal punto di vista di una ragazza (veneziana!) che ci lavorava: un racconto ai limiti dell'inquietante, soprattutto se ambientato nella "ricca Venezia che vive di turismo".
Francesca e il lavoro delle pulizie: questo turismo a Venezia ha riportato la schiavitù
Già, avevo letto, ai tempi, quell'articolo. Era molto indicativo di come le cose si siano messe in questa città. Oggi ho potuto fare un giro per Castello, San Marco, Accademia, e sostanzialmente ho trovato la situazione pre-apertura, diciamo. Tantissime attività chiuse, cartelli di protesta affissi alle vetrine, tanti bar chiusi, alcuni aperti ma vuoti di clientela. Difficilissimo immaginare quale futuro avra' Venezia... 😦
EliminaE' una situazione molto difficile...davvero.
RispondiEliminaNon riesco ad immaginare che futuro possa esserci per una città legata come la tua al turismo di massa.
"Residenti che ripopolino la città"....dovrebbero rivedere i prezzi di tutto o forse io son fermo ancora alla vecchia giustificazione che voleva che tutti fuggissero da Venezia perché troppo scomoda e cara per viverci .
Non so.
Ciao
I residenti sono fuggiti principalmente per l'aumento dei prezzi...ero andato a informarmi presso un'agenzia immobiliare e mi parlavano solo di "investimenti" per "affittanze turistiche"... Logico che se un appartamento di 80 mq viene messo in vendita a 350 mila euro diventa appetibile solo a società/privati che di certo non ci andranno a vivere... mentre a Mestre, città-dormitorio della Terraferma, i prezzi sono meno della metà...
EliminaAnzi, mi correggo, questa era la situazione pre-coronavirus: se il mercato turistico non dovesse tornare al più presto alla situazione di prima (ma la vedo difficile), anche i prezzi seguiranno le leggi della domanda e dell'offerta...
Per quanto riguarda lo "scomoda"... beh, forse per chi è abituato a muoversi in macchina fuori città/fuori regione... ma considerando la vita quotidiana, una Venezia residenziale rappresenta la situazione IDEALE per chiunque :) Immagina: senza neanche varcare un ponte hai: panificio, tabaccaio, fruttivendolo, alimentari, farmacia...tutto sotto casa!
I bambini possono andare e tornare da scuola da soli, senza traffico, senza paura di non trovare parcheggio...con il Lido (e quindi le spiagge) a 15 minuti di vaporetto :)
Ed è un po' la "Venezia idilliaca" che descrivevo in "Topolini, Kombattini, Bim Bum Bam", che "aggiornata" all'età adulta potrebbe pure includere la possibilità di girare la sera e sbevazzare con gli amici senza paura dell'alcol test ;)
Certo, perché questo accada servono residenti... tornerebbero scuole, negozi, palestre, piscine, discoteche: tutte quelle attività per locali che con l'avvento del turismo di massa HANNO CHIUSO, lasciando intere aree monopolizzate da "pasta to go"-"tutto un euro" e costringendo gli abitanti a percorrere anche CHILOMETRI prima di trovare un alimentari (perennemente spintonati e "incantonati" dalle comitive).
Proprio così. Venezia avrebbe le potenzialità per essere, tornare, una città idilliaca. È vero che il mondo spinge verso un'altra direzione, cioè la comodità di salire in auto e raggiungere qualunque meta nel giro di alcune centinaia di km., ma è altrettanto vero che, in un certo senso paradossalmente, questo accade per le periferie delle città, per i quartieri residenziali fuori dal centro, dove senza auto sei perso, mentre i centri cittadini sia delle metropoli sia delle città di provincia tendono, se si può, a evolvere verso un modello di vita priva di auto, con sempre più aree pedonali e ciclabili, e Venezia è da sempre una enorme area pedonale 😊In questo Venezia è passato, presente, e, sulla carta, futuro. Con prezzi delle abitazioni più bassi, io conosco decine di famiglie di giovani che verrebbero di corsa ad abitare nella città lagunare. Il problema è che si dovrebbe cambiare, appunto, per intero, o in gran parte, l'economia della città, che potrebbe conservare la sua bella quota di turisti, ma anche investire, che ne so, sui servizi. Escludendo naturalmente di insediarvi fabbriche, però ad esempio un porto marittimo veramente moderno, per la crocieristica, poco fuori dal Lido, per dire, concilierebbe esigenze ambientali, posti di lavoro, sviluppo. Insomma, volendo, le idee potrebbero essere tante, ma con questa classe politica, e col sistema-Italia che fa acqua da tutte le parti, diventa complicato pensare a progetti lungimiranti.
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