Nascita, storia e fine della Libreria Solaris in Strada Nuova - su ''La Voce di Venezia'' | Nino Baldan - Il Blog

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Topolini, Kombattini, Bim Bum Bam di Nino Baldan

6 luglio 2020

Nascita, storia e fine della Libreria Solaris in Strada Nuova - su ''La Voce di Venezia''

Giampaolo Cossato, ex-gestore insieme a Gianluigi Missiaja della Libreria Solaris a Venezia

Da dieci anni non c'è più, ma la Libreria Solaris di Venezia vivrà per sempre nei nostri ricordi: situata in Strada Nuova, fu inaugurata nel 1975 da Giampaolo Cossato e Gianluigi Missiaja, che non tutti sanno essere tra i principali fautori del fandom italiano di science fiction. Avendo già parlato del Ponte dei Giocattoli, dell'ex-Regazzo e di Testolini, come potevo non omaggiare con un articolo anche quest'attività?

Punto di riferimento per fumetti, dvd ma soprattutto libri di fantascienza, la Libreria Solaris è stata già citata nella seconda puntata di "10 attività veneziane scomparse" ma soprattutto nel mio ultimo libro, "Topolini, Kombattini, Bim Bum Bam":

"Decisi di collezionare il manga: mi recai alla libreria Solaris di Strada Nuova. (...) Facevo raccomandazioni al gestore affinché mi fornisse fumetti intonsi e privi di consunzioni, e ricordo ancora quando mi riservò la prima uscita con un post-it che, in aggiunta al mio cognome, specificava 'pressochè perfetto'".
"Topolini, Kombattini, Bim Bum Bam" - Capitolo 23: "Dragon Ball"

Ho effettuato delle ricerche, ma gira e rigira saltava fuori sempre il mio post. Così mi sono rimboccato le maniche e ho contattato uno degli ex-titolari, Giampaolo Cossato, che vive ancora a Venezia e, incredibilmente, si ricorda ancora di me.

Ne è nato un vivace scambio di mail attraverso il quale ho ottenuto un'incredibile mole di dati, foto e documenti storici che mi hanno aiutato a ricostruire la storia della libreria scoprendo dei dettagli che neppure immaginavo.

Ed eccolo, finalmente, il mio pezzo su "La Voce di Venezia", che spero possa dare un giusto omaggio ai trentacinque anni di Solaris ricordandoci quando eravamo giovani, spensierati e la città era ancora un bellissimo posto dove vivere.

Clicca qui per leggere l'articolo

Ringrazio come al solito Paolo Pradolin, Mattia Cagalli e in maniera particolare Giampaolo Cossato per il tempo e la pazienza dedicatomi!

Nino Baldan


Leggi anche:

. "Topolini, Kombattini, Bim Bum Bam": il mio libro (con prefazione del DocManhattan)

Attività veneziane scomparse (seconda puntata)

. Tutti i miei articoli su "La Voce di Venezia"

Tutti i post su Venezia

11 commenti:

  1. Mi sa che alla Solaris ci sono stato diverse volte negli anni 2000, prima che chiudesse..c'era veramente di tutto, ed è un vero peccato che abbia chiuso

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    1. Anch'io ci sono rimasto malissimo quando ho letto sui giornali che avrebbe chiuso... Solaris era una di quelle attività che "si dà per scontato" che durino in eterno, ma chi immaginava che Venezia avrebbe subito una così radicale trasformazione? A volte ho quasi l'impressione di essere "emigrato", di vivere in una città diversa rispetto a dove sono cresciuto... con l'unica differenza che un migrante PUÒ tornare a casa e ritrovare ciò che ha lasciato: noi veneziani NO. :(

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  2. Articolo interessantissimo! Io non sono un lettore di fantascienza, mio papà, specie in gioventù, lo era, motivo per cui a casa ho ancora molte pubblicazioni Urania degli anni 60/70/80. Trovo altamente meritoria l'iniziAtiva con cui questi signori veneziani portarono a Venezia un intero settore letterario, per così dire, da appassionati e cultori della materia. Io alla Solaris credo di aver acquistato una manciata di dvd, nei primi anni 2000, talvolta ci facevo un giretto all'interno, i titolari erano molto gentili e discreti. Era Comunque un piacere, quando passavo per la Strada Nova, fermarmi a guardare in vetrina copertine particolari, titoli rari, ecc. Non sapevo, invece, che dopo la chiusura avessero aperto un altro spazio lì vicino, nel magazzino espositivo. Peccato, un pezzo importante di imprenditoria e cultura veneziana contemporanea che se è andato.

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    1. Grazie Francesco! Erano ancora i tempi in cui l'imprenditoria veneziana poteva essere la coronazione delle proprie passioni, dei propri sogni, SENZA passare per forza per il turismo di massa...

      E un po' questi signori LI INVIDIO: hanno vissuto una vita splendida facendo ogni giorno ciò che amavano, senza dover inibirsi, tapparsi la bocca, raccontare ai turisti la favoletta che già si aspettano (gondoletta, carnevale, Casanova). Quanti veneziani possono ancora vivere delle loro passioni? Quanti sono stati costretti ad andarsene?

      P.S.: anche mio padre era pieno di Urania! Non gliel'ho mai chiesto, ma probabilmente li prendeva proprio lì.

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    2. Già, una vita appagante, se non sul piano economico, su quello delle passioni che alla fine sono molto più importanti, e se in più danno da vivere e permettono di costruire qualcosa di duraturo, ancora meglio (e loro son durati, annessi e connessi, una quarantina di anni). I libri Urania erano diffusissimi all'epoca, mio papà era un lettore onnivoro, diciamo, ma particolarmente amante della fantascienza. Ho un ricordo preciso, nella sostanza, ma vago nella forma, di lui che spesso riportava volumi in libreria per prenderne altri, usati, pagando la differenza, c'era questo settore del mercato librario, all'epoca, anche la Toletta mi pare lo attuasse. La parte vaga del ricordo invece riguarda l'ubicazione delle librerie, a me pare ce ne fosse una in Ruga Giuffa e/o una in calle della Bissa, specializzate in questa forma di 'scambio' di volumi gialli e di fantascienza.

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    3. Il discorso libri-usati alla Toletta lo ricordo anch'io... :)
      Se non sbaglio avevano pure lo slogan "libri al chilo"!
      Purtroppo non ho memoria né di una libreria in Ruga Giuffa né tantomeno in Calle della Bissa :(

      Sai, a volte sogno che esista una sorta di "Google street view" ambientato nel 1970, nel 1980 e nel 1990 che mi permetta di "passeggiare" per Venezia facendomi riaffiorare i ricordi e scoprire quello che non sapevo...

      Ma purtroppo quando un'attività chiude molto spesso lo fa in silenzio, senza lasciare tracce, immagini o testimonianze...
      Se già io che sono del 1983 non ho idea di quante librerie ci fossero... figuriamoci qualcuno nato nel 2000 e cresciuto con l'idea di "parco a tema" (non diversa da chi vede Venezia per la prima volta e pensa che "sia sempre stata così"). :(

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    4. Magari ci fosse modo di avere più tracce fotografiche delle passate attività commerciali, ma, come si diceva tempo fa, in passato era raro che si scattassero foto al di fuori delle grandi occasioni, non si usava proprio, al di là dei costi della pellicola naturalmente. La Toletta mi pare faccia ancora l'iniziAtiva dei libri venduti a peso in alcuni periodi dell'anno.,.

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    5. E' quello che nel mio piccolo sto cercando di fare, contattando personalmente i gestori della attività scomparse... Ma a volte il problema sta proprio alla base: se non ci si ricorda di un negozio (collocazione, nome, proprietario) come si fa a ricostruirne la storia? Chiedendo agli anziani della zona? E se questi non ci sono più/si sono trasferiti?
      Più passano gli anni e più il lavoro diventa arduo...

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    6. Già! Proprio pochi giorni fa sui social mi è capitata ad esempio la foto di un negozio di colori (come si chiamavano qua a Venezia) che si trovava in salizada Sant'Antonin dove ora c'è quella lavanderia/pulisecco. Pensa che cronologicamente dovrebbe anche coincidere con i miei primi anni di vita, per cui dovrei esserci entrato e ricordarmene, ma ahimè non è presente nella mia memoria, se non forse vagamente. Immagina per un anziano che, ed è una cosa normale, generalmente ha una memoria meno 'performante' come sia arduo ricostruire che negozio ci fosse qui o lì, anche volendo fare una ricerca accurata...

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  3. Trentacinque anni di Solaris: finiscono le cose belle.
    Ciao Nino.

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    1. Ciao Gus O.
      Il declino di Venezia è stato progressivo: si è passati dai 174.000 residenti del 1951 a 108.000 nel 1971, 76.000 nel 1991 fino ai poco più dei 50.000 attuali. Ogni anno sono scomparse scuole, negozi e attività storiche... ma forse è proprio così: la chiusura di Solaris ha coinciso con la fine del concetto di "città"...

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