Dopo aver parlato di gelati e di ghiaccioli, a completare la trilogia estiva ecco il terzo post dedicato alle granite. E ad aprire le danze sarà come sempre il sottoscritto, partendo dai ricordi infantili e dell’adolescenza che rievocheranno memorie ormai sopite degli anni ’80, ’90 e 2000.
Siete pronti? Via!
Durante l’asilo e le elementari, per me le granite erano di due tipi: quelle “che giravano sempre” dei bar e quelle “industriali” delle ditte di gelati.
Inizierò proprio dalle prime: già da bambino vedevo come tanti esercizi del Centro Storico di Venezia avessero installato il macchinario che mescolava due o tre gusti; ciò mi affascinava non poco, osservando come l’elica non smettesse mai di “girare” e spingendo più di qualche volta i miei nonni a comprarmene una. I sapori disponibili erano sempre menta e limone, con l’aggiunta dell’arancia quando gli slot erano tre, tutti (in)naturalmente coloratissimi. Ma come accadeva per i ghiaccioli, io sceglievo sempre “menta”: il rimedio più ovvio e rinfrescante all’afoso caldo lagunare.
immagine da caterweb.co.za
La variante "industriale” era presente nei cartelloni della Eldorado ("Granilla"), della Sanson ("Marmolada"), della Sammontana ("Granitissima") e della Motta (semplicemente "Granita”): quella che nelle immagini era mostrata come un’invitante coppetta di ghiaccio tritato si rivelava in realtà in un blocco durissimo - visto che veniva stipato in freezer alla stessa temperatura dei ghiaccioli.
immagine da daftbunziblogger.com
Per mangiarla era necessario tenerla tra le mani anche per diversi minuti, grattando con il cucchiaino finché la superficie non cominciava a staccarsi: la acquistai una sola volta per pentirmene subito e non comprarla più. Nei primi anni '90 la Motta le propose anche in versione brandizzata "Oran Soda" e "Lemon Soda" prima che le "granite industriali" sparissero definitivamente dal mercato.
immagine da ebay.it
Presi anche la versione “artigianale” con il ghiaccio tritato al momento, ma la mia memoria fa cilecca e non riesco a focalizzare dove e quando ebbi questa prima esperienza.
Ricordo invece chiaramente quando provai una quarta variante, dove il ghiaccio “che girava” era neutro ed era il gestore ad aggiungere uno o più sciroppi: in Gran Viale al Lido di Venezia. Quand'ero di ritorno dalla spiaggia con i nonni, ci imbattevamo spesso in un signore dalla statura minuta che proponeva fuori dal suo locale le sue granite “ai mille gusti”.
immagine da Google street view
Dopo aver fatto uscire il ghiaccio dalla centrifuga, poneva il bicchiere sotto una delle decine di bottiglie Fabbri dotate di dispenser permettendo golose “combinazioni” quali ananas e cocco, fragola e lampone, papaya e melone. Il rituale proseguiva con il lancinante dolore tra il naso e l’occhio destro - dovuto dalla veloce suzione dalla cannuccia – e l’immancabile sbirciata ai giocattoli del negozio in Gran Viale, scomparso ormai da anni. Senza metterci troppo, però: al di là della strada ci aspettava la motonave per tornare a Venezia.
Ma l’incarnazione “definitiva” della granita la scoprii nel mio primo viaggio in Sicilia quando, ancora diciannovenne, andai a Messina per partecipare ad alcuni show di wrestling. L’esperienza fu così memorabile che la inserii nel mio primo libro “Io e il wrestling italiano”.
immagine da ricettemania.it
"Ci recammo al bar, dove scoprii che la granita siciliana ha la stessa modalità di fruizione di un caffè: viene servita al banco, in un bicchiere di vetro spesso accompagnata da una 'focaccina' che i siciliani intingono al suo interno. Giovani, meno giovani, operai e impiegati la ordinano e la consumano in piedi, in modo piuttosto frettoloso e sbrigativo. Capii che, data la sua consistenza simile alla neve sciolta, non aveva nulla a che fare con il ghiaccio tritato che servono al nord sotto lo stesso nome, e non tardai nei giorni successivi ad affezionarmi alla tradizione sicula trangugiandone più d’una nell’arco di pochi minuti".
("Io e il wrestling italiano" - capitolo 9: "L'estate a Messina")
Provai tutti i gusti possibili, anche quelli più singolari come cioccolato, caffè, mandorla e fragolina di bosco, spinto anche dall'effimero costo del prodotto: una granita con panna e brioche, servita al tavolo, costava un euro, massimo un euro e 50.
immagine da blog.giallozafferano.it
L’ultima novità in fatto di granite arrivò a fine anni 2000, quando si diffuse nei bar la variante "al caffè". E fu sulla scia del nuovo gusto che Algida lanciò nel 2011 “Café Zero”, un inedito connubio tra gelato e ghiaccio tritato: si partì con espresso cappuccino e mocaccino, seguiti qualche anno dopo dalla variante "Fruit zero" (cocco, passion fruit e altri gusti stagionali).
Al momento del debutto, solo alcuni gestori disponevano di un freezer apposito, a temperature minori, per farlo gustare al momento dell’acquisto; altri invece tenevano i bicchieri nello stesso sportello di gelati e ghiaccioli, consegnando al cliente lo stesso blocco di ghiaccio delle granite industriali anni ’80 e ’90 e riportandolo - in qualche modo - indietro nel tempo.
Ma dopo aver ripercorso trent’anni di memorie, siamo dunque al giudizio finale: quale è il mio gusto di granita preferito? E senza dubbio rispondo: quella siciliana alle fragole, con panna e brioche. Punto. In mancanza di questa… vado per la solita dissetantissima menta, sia di quelle “che girano” che quelle artigianali con ghiaccio tritato.
immagine da bicomspa.com
E voi? Ricordate le granite che ho citato?
Avete qualche aneddoto da condividere?
Qual era e qual è attualmente il vostro gusto preferito?
Scrivetelo nei commenti!
Nino Baldan
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Ciao Nino.
RispondiEliminaFaccio prestissimo, il mio gusto preferito fin da bambino è sempre stata l’amarena.
Recentemente ho provato gusti un po’ strani tipo Anice ,Orzata e il tamarindo.
Preferisco il ghiaccio se tritato medio-fino!
Mai assaggiata una granita Siciliana sul posto d’origine purtroppo...però accoppiarla alla brioche mi fa un po’ specie.
Ricordo di averne assaggiate di artigianali anche dalle nostre parti ma non le ho mai trovate così speciali mah..?!
Di quelle confezionate salvo solo Cafe’ Zero ma preferisco senza dubbio al 100 % le artigianali.
Ciao Max!
EliminaAmmetto di essere stato anch'io scettico nei confronti della "brioche"... prima di scoprire che:
. non si tratta di una "brioche" come la intendiamo al Nord ma più verosimilmente di una "focaccina";
. la consistenza della "granita" si avvicinava più alla "neve sciolta", in alcuni casi a una "marmellata fredda" senza cristalli di ghiaccio.
Immagina quindi di avere caldo e che ti venga servita al tavolo una crema omogenea con panna e focaccina :) Io l'ho trovata deliziosa in tutte le sue varianti... anche a Venezia ne ho mangiate di artigianali, ma non mi hanno colpito allo stesso modo :(
Forse dipende anche dalla modalità di fruizione... in Sicilia non la davano nel "bicchierone da take away" con cannuccia ma rigorosamente in vetro, da gustare al tavolo o al banco come succede da noi per le pastine da pasticceria...
Da quel momento ho iniziato un po' a "snobbare" il "ghiaccio tritato" con sciroppo - che finisce subito per lasciarti con un bicchiere del tutto insapore :)
Limone, sempre limone.
RispondiEliminaCiao Gus O.!
EliminaIn effetti il limone è rinfrescante... tranne quando lo sciroppo è troppo dolce e provoca ancora più sete di prima :(
Reduce da una "brutta esperienza" avuta da bambino... con la menta sono sempre andato più sul sicuro :)
Fragolina di bosco con panna, of course.
RispondiEliminaCon focaccina immagino tu ti riferisca alla brioche, che qui al sud viene riempita anche con il gelato oltre che servita insieme alla granita.
Buonissima :)
EliminaSì Pirkaf, mi riferivo a quella che al Sud viene chiamata "brioche"... :) Ma sapendo che con quel nome qui si indica prevalentemente il croissant, ho colpevolmente "adattato" il termine :)
Infatti, quando raccontai ai miei amici di aver mangiato GRANITA con BRIOCHE, questi risposero "che schifo!" immaginando un'orribile mix tra ghiaccio tritato e cornetto di sfoglia :D
Ciao Nino! Intanto buon Ferragosto o giù di lì😊Le granite le amavo particolarmente, quel ghiaccio a scaglie era più soddisfacente al palato, parlando di quelle artigianali, diciamo, o semiartigianali. Quelle invece industriali erano durissime, vero, ma ad esempio quelle della Sanson, se non erro, dopo averle scaldate con le mani assumevano una grana piacevole, la stessa grana che riscontravo anche nel 'simil-Calippo' sempre della Sanson. Mi ricordo le granite del Lido, in effetti col ghiaccio appena tritato e insaporito al momento erano molto più gustose. Mi è venuto in mente che anche il mitico chioschetto in Barbaria de le Tole oltre ai ghiaccioli, su richiesta eseguiva granite istantanee, le vidi confezionare ma non osai mai richiederle (causa condizioni igieniche precarie...). In definitiva i miei gusti preferiti erano e sono menta, limone, Cola.
RispondiEliminaCiao Francesco e buon post-Ferragosto anche a te :)
EliminaTi sembrerà incredibile, ma sulle granite "artigianali" ho un buio pressoché totale :) cioè: ricordo di averne prese... Ma non in che bar e neppure a quale gusto :) forse non erano così "strane" o "speciali" da ricoprire un posto nella mia memoria, come se mi chiedessero dove ho bevuto la mia prima acqua e menta... :)
Ricordo peró un macchinario con pomello nero... e forse era in Barbaria de le Tole!
"Condizioni igieniche precarie"? :D non ho memorie precise, per me quel chiosco rimane un'idilliaca quanto sbiadita oasi di nostalgia ;)
Ahahahah 😁Ma infatti io chioschetto resta un luogo, anche della memoria, bellissimo, non dico che fosse tout court sporco o altro, solo mi pare di ricordare che le granite venissero preparate al momento con la vecchia signora che toccava letteralmente con le mani il ghiaccio tritato per metterlo nel bicchiere...😅
EliminaDelle granite 'girevoli', invece, ricordo quelle del bar/pasticceria in Salizada Sant'Antonin, quando comparivano, dentro le 'teche' di vetro, non solo erano ipnotiche col loro perpetuo rimescolio, ma anche indicavano inequivocabilmente che era iniziata l'estate😊Tra l'altro, se ben ricordo, lo stesso bar spostava all'esterno, nella stagione calda, il freezer orizzontale contenente i gelati Sanson, posizionandolo accanto alla porta.
*il chioschetto
EliminaNon ricordo quel dettaglio del chioschetto ma ti credo sulla parola :)
EliminaComunque è vero: le granite "girevoli" avevano un effetto quasi ipnonico per noi bambini :) sbaglio o RARISSIMI bar le proponevano anche alla fragola o all'amarena?
Bella domanda...Non saprei risponderti però 😅
EliminaRicordo vagamente che non fossero SEMPRE menta-arancia-limone...
EliminaFORSE qualcuno ne aveva addirittura SEI (anice? coca cola?) ma magari sono solo fantasie ;)
Grazie a te A.J. per il feedback! Sono anche i miei post preferiti, perchè scrivendoli mi sembra di tornare indietro nel tempo :)
RispondiEliminaFidati: quella siciliana è davvero una delizia :)
La grattachecca romana non ho mai avuto occasione di provarla se non nella versione "moderna" fatta col tritaghiaccio... Ma come dicevo a Francesco, non me conservo particolari memorie :)
Ciao Nino �� intanto complimenti per il Blog informatissimo su tutti e su tutto�� poi per quanto riguarda le granite posso dirti che la vera granita è quella nostra Siciliana, niente a che fare con ghiaccio tritato e colorato. Se potrei paragonarla come consistenza ti direi che è simile al pesto però al gusto di frutta e poi la Briosce come appunto dicevi tu non è pane ma una focaccina soffice soffice calda appena sfornata da inzuppare nella granita. uhhhhh.... Non vedo l'ora che arrivi l'estate
RispondiEliminaCiao Nino 😊 intanto complimenti per il Blog informatissimo su tutti e su tutto👍 poi per quanto riguarda le granite posso dirti che la vera granita è quella nostra Siciliana, niente a che fare con ghiaccio tritato e colorato. Se potrei paragonarla come consistenza ti direi che è simile al pesto però al gusto di frutta e poi la Briosce come appunto dicevi tu non è pane ma una focaccina soffice soffice calda appena sfornata da inzuppare nella granita. uhhhhh.... Non vedo l'ora che arrivi l'estate
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